Dalle stelle alle... nuove leve. Se l'anno scorso l'Italia trionfava agli European Film Awards grazie a La grande bellezza di Paolo Sorrentino, poi vincitore di Golden Globe e Oscar, stavolta le soddisfazioni arrivano grazie a due registi esordienti, Pif (Pierfrancesco Diliberto) e Alessandro Rak, che a Riga ottengono l'EFA 2014 per la miglior commedia (La mafia uccide solo d'estate) e il miglior film d'animazione (L'arte della felicità). Due riconoscimenti importanti, affatto banali, che riescono a mitigare la delusione per i mancati premi alle altre tre nomination "forti" con cui il nostro paese si presentava a questi Oscar europei: tornano a mani vuote infatti Il capitale umano di Paolo Virzì (in gara per la miglior regia e la migliore attrice, Valeria Bruni Tedeschi) e Sacro GRA di Gianfranco Rosi, Leone d'Oro a Venezia 2013, "sconfitto" nella categoria documentari dal tedesco/austriaco Master of the Universe di Marc Bauder.
Il vero trionfatore di questa edizione è però Ida del polacco Pawel Pawlikowski, che ottiene ben 5 riconoscimenti: miglior film, regia, sceneggiatura, fotografia e Premio del pubblico. Ha mancato il premio alla migliore attrice, il film di Pawlikowski, categoria in cui portava addirittura la doppia candidatura di Agata Kulesza e Agata Trzebuchowska: riconoscimento assegnato invece a Marion Cotillard per l'interpretazione in Due giorni, una notte dei fratelli Dardenne. Sul fronte delle interpretazioni maschili ha avuto la meglio Timothy Spall (già premiato al Festival di Cannes) per Mr. Turner di Mike Leigh, mentre il premio alla Rivelazione europea (Premio Fipresci) è andato all'ucraino The Tribe di Myroslav Slaboshpytsky, già vincitore del Gran Prix alla scorsa Semaine de la Critique di Cannes. Festival che non ha però portato "fortuna" al detentore della Palma d'Oro, Winter Sleep di Nuri Bilge Ceylan, completamente dimenticato dal palmares di questi European Film Awards.