Meno spese, più libertà e un'uscita in sala che scavalca la burocrazia. E' la ricetta vincente di Piano 17, la nuova scommessa produttiva dei Manetti Bros. con Giampaolo Morelli, Elisabetta Rocchetti ed Enrico Silvestrin, realizzata con 65.000 euro e già premiata dal pubblico all'ultimo festival di Courmayeur. Il cast del film, nei cinema dal 3 marzo grazie alla Moviemax di Donnie Darko, ha aderito al progetto senza percepire compenso e, in molti casi, partecipando finanziariamente in prima persona. La loro retribuzione avverrà soltanto in un secondo momento attraverso gli incassi del film. "A spingerci verso questa modalità produttiva - spiega Marco Manetti - è stato il desiderio di essere assolutamente liberi da qualsiasi limite e imposizione". Il risutato è un noir quasi interamente ambientato in un ascensore, che intrattiene e diverte grazie anche ai tanti contributi illustri che è riuscito a raccogliere. Accanto agli attori Antonino Iuorio e Giuseppe Soleri, a credere nel progetto sono stati anche Valerio Mastandrea e Pivio e Aldo De Scalzi. Il primo compare in un cameo nel ruolo di un ambulante napoletano, mentre i musicisti di El Alamein e Harem Suare, oltre a firmare le musiche, hanno anche debuttato sul set in una piccola scena. Con loro anche Massimo Ghini, nella parte del capobanda criminale vittima di una lotta interna per il comando.
Al centro della storia è la sfortunata coincidenza che blocca tre dei protagonisti nell'ascensore di una grande azienda, insieme a una bomba in procinto di esplodere. Alternate da flashback che ne ricostruiscono gli antefatti, emergono le vicende che hanno condotto all'inaspettato incontro. Due di loro, Giuseppe Soleri ed Elisabetta Rocchetti, sono semplici impiegati che si erano attardati nell'edificio dopo l'orario di chiusura. Il terzo, Mancini, è invece il membro di una gang criminale, incaricato di far saltare in aria l'ufficio del direttore per eliminare delle tracce compromettenti. A questo si aggiungono le lotte intestine all'interno della banda, di cui Enrico Silvestrin sta cercando senza scrupoli di guadagnare il comando.
Morelli, già un anno e mezzo fa coi Manetti per la serie tv L'ispettore Coliandro attesa sulla Rai per aprile, spiega così la genesi del film: "L'idea nasce dalla voglia di tornare a lavorare insieme in un progetto del tutto indipendente. Dalla commistione fra un loro soggetto e una mia idea - dice l'attore, che ha partecipato anche alla sceneggiatura - ha così preso corpo il film". "Gia' in quella fase - spiega Marco Manetti - abbiamo pensato chi coinvolgere nel progetto. Il fatto di scrivere per gli attori ci ha aiutato molto a conferire spessore e carattere ai personaggi". "Il grande affiatamento sul set - dice Elisabetta Rocchetti - ci ha ripagato in termini di qualità. Il fatto di lavorare non retribuiti ha paradossalmente incrementato entusiasmo e resa di ciascuno di noi". Nel coro di lodi all'insolito modello produttivo, un altolà proviene da Massimo Ghini: "Di fronte alla necessità ci siamo rimboccati le maniche - mette in guardia -. Attenzione però a non avallare la sistematizzazione di una simile modalità. Il cinema è un'arte costosa e in quanto tale necessita di sostegni e finanziamenti".