Si è svolta al Palais del Festival nella sala Buñuel la Masterclass tenuta da Sophia Loren. L'attrice italiana ha tenuto una lezione per più di due ore con un'energia ed un fascino da fare invidia alle colleghe più giovani. Una lezione di vita attraverso i ricordi degli inizi di una carriera sfolgorante e piena di soddisfazioni, dei momenti più importanti e degli amici che non ci sono più. “La vita è difficile, soprattutto quando si vive così a lungo. Venire qui a Cannes e ritrovare il volto di Marcello sul Palais mi ha davvero commosso. Non mi sento sola in questi giorni. Marcello è nel mio cuore, sempre, e qui a Cannes mi sta facendo compagnia”. E si commuove la grande Diva ricordando l'amico e collega Mastroianni con cui ha lavorato in numerosi film. Uno tra i più belli Una Giornata Particolare di cui viene proiettato uno spezzone in sala. “Credo sia stato uno dei più bei film che io abbia mai fatto, realizzato da un grande regista del cinema italiano come Ettore Scola”. E scherza e ride la Loren ricordando aneddoti sui vari set, lavorando con miti intramontabili quali l'attore Marlon Brando, il flamenco per Cary Grant e il grande regista Charlie Chaplin. “Marlon Brando era un grande attore, ma sul set si faceva aspettare, non era molto simpatico e mangiava solo gelati. Iniziava le riprese magro e finito il film era diventato enorme. Ballare quel Flamenco nel film The Pride and the Passion fu tremendo. Sopra c'era la migliore ballerina spagnola dell'epoca. Ma da buona napoletana mi dissi vabbuò balliamo va! Di Chaplin invece ho un tenero ricordo, e per me è stato un grande onore poter parlare, lavorare e confrontarmi con lui, emozionante, davvero importante per un'attrice, altro che Oscar”. Proprio a proposito di Oscar riconosce nell'incontro con De Sica la vera svolta della sua carriera. “Mi fece un provino a Roma incontrandoci per caso, per una piccola parte di una pizzaiola che aveva il mio nome, Sofia, in uno degli episodi de L'Oro di Napoli. Da allora abbiamo lavorato insieme per 20 anni, 14 film in tutto. Sono stata davvero miracolata ad incontrarlo. Gli spiegai che ad ogni provino mi scartavano perché troppo timida, ma lui mi prese al volo e non mi lasciò più. Ci capivamo al volo essendo tutti e due napoletani. Bastava uno sguardo, e io capivo cosa voleva e lui capiva cosa poteva ottenere da me. L'Oscar per La Ciociara ha cambiato la mia vita per sempre. Volevano la Magnani che era più adatta vista l'età. Ma Anna rifiutò e disse a Vittorio di dare a me quella parte. Ne fui felicissima perché avevo letto il libro e lo avevo trovato meraviglioso. E' stato il più bel momento della mia carriera. Solo lui poteva dirigermi in quel ruolo. Fu magistrale. Non andai a Los Angeles per paura di svenire e ricevetti la statuetta solo l'anno seguente”. Parlando degli inizi Sophia Loren ha ricordato le difficoltà, scherzando di tanto in tanto sulla sua padronanza della lingua francese e preferendo l'italiano per poter parlare con il cuore dei capitoli più significativi della propria vita di artista e donna. “Non ho mai studiato recitazione, ho fatto bene o male quel poco che si deve fare a scuola, ma le accademie per gli attori quando ho iniziato io non esistevano nemmeno per sogno, soprattutto viste le condizioni di vita in cui ci trovavamo. Eravamo poveri e il cinema per me all'inizio è stata una scelta difficile perché a casa mia non si mangiava. Ogni volta che ballavo mi faceva male lo stomaco sia perché avevo paura di sprecare il tempo invece di portare i soldi a casa e sia per la fame. E' stato il periodo più difficile. Ero sola a Roma dove abitava mio padre che era da qualche parte ma che non vedevo mai. Ero piena di dubbi e spaesata. Quando hai fame tutto diventa più difficile, ma io sono stata fortunata nella mia vita, ho incontrato le persone giuste che mi hanno voluto bene e dato la forza al momento giusto. In questo sono ancora molto fortunata, incontro belle persone che portano nella mia vita quello di cui il mio cuore ha bisogno in quel momento. Poco a poco facendo i film ho capito che potevo essere un'attrice, anche se ancora oggi mi sento in difetto per non aver seguito un percorso ortodosso”. A chi le chiede quanto conti la bellezza insieme al talento nella carriera di attrice ha risposto con semplicità “la bellezza non è necessaria, bisogna invece essere interessanti. Quando ho iniziato venivo scartata in numerosi provini perché avevo la bocca troppo grande e il naso sporgente. Ma preferivo cambiare lavoro piuttosto che cambiare la mia faccia, che a parte le rughe è ancora quella di sessant'anni fa, e sono ancora qui a fare il mio lavoro, e sono felice di esserci”. In La Voce Umana realizzato dal figlio Edoardo, un voluto accento napoletano, per quello che la Loren definisce il sogno di una vita e una delle interpretazioni più difficili per un'attrice. E oggi nella salle du soixantieme la voce umana di questa donna eccezionale ci ha fatto una promessa “lavorare a questo film mi ha dato un grande entusiasmo. Voglio cimentarmi in altri progetti. Voglio continuare a lavorare. Senza buttarmi nella calca, non sarebbe giusto, l'ho già fatto. Ma scegliendo i progetti che più mi piacciono e mi entusiasmano. Che dite a quest'età me lo posso permettere?” e sorride sorniona la meravigliosa Sophia, come il suo amico Marcello.