L'Uomo Nero, antieroe del film Le 5 leggende, è proprio come te lo immagini: alto, scuro, sfuggente, enigmatico e decisamente temibile. Jude Law, che nella versione originale gli presta la voce, al contrario è un uomo di grande fascino, tratti delicati e modi eleganti. Questo non gli ha impedito di scavare dentro di sé per trovare la giusta malvagità che il timbro vocale dell'Uomo Nero richiedeva. A Roma per presentare il film  che il pubblico vedrà in anteprima al Festival di Roma e nelle sale dal 29 novembre, l'attore britannico non nasconde il piacere di essersi calato nei panni animati del cattivo. Anzi super cattivo, giacché il tenebroso e malvagio essere è mosso da un solo desiderio: trasformare in incubi i sogni dei bambini.Come è stato trasformarsi nell'Uomo Nero?
Divertente, molto divertente. Ognuno di noi ha un lato oscuro, ho cercato di agire su quello sapendo che dovevo evocare paure che ognuno di noi da piccolo ha conosciuto. Non che sia stato facile però, soprattutto perché lavorare solo sulla voce è un impegno emotivo molto intenso. Quando si recita si può far leva anche sulla parte fisica, ci si aiuta con il corpo a mostrare le emozioni, con la voce invece è tutta un'altra cosa, non ti puoi aggrappare a nulla. Alla fine però è stata un'esperienza fantastica, ho avuto la sensazione di dar vita al male assoluto.Da piccolo aveva paura dell'Uomo Nero?
Non direi proprio di lui, ma di qualcosa di simile certamente sì. La paura è importante per i bambini. I racconti conditi da lati cupi svolgono un ruolo fondamentale. Spingo i miei figli a leggerne molti perché così possono liberare l'immaginazione e costruirsi i mondi fantastici che più gli corrispondo. Diversamente da me sono capaci di maggiore distacco, non si lasciano facilmente intimorire. Hanno molto amato anche questa storia, così ricca di sfumature.Ricorda una fiaba che l'ha particolarmente segnata?
Una in particolare non so, mi piacevano molto le fiabe dei Grimm. Ricordo però un libro che mi regalò mia madre, era la storia di un bambino che si succhiava il pollice continuamente. Si chiamava Struwwelpeter, di un autore tedesco. Era abbastanza impressionante perché al bambino per non farglielo più succhiare tagliano il pollice.Se la paura è liberatoria, Le 5 leggende ne regala molta accanto però all'allegria portata dai personaggi positivi.
Il lato comico è uno degli aspetti che più innovativi di Le 5 leggende. I buoni sono conosciuti e amati da tutti, in fondo si tratta di Babbo Natale, della Fatina dei Denti, non era facile riuscire a rinnovarli. Il fatto che nel film facciano ridere è straordinario, davvero un'idea geniale.Ha da poco interpretato il marito di Anna Karenina nel nuovo film di Joe Wright, in fondo anche lui un cattivo. Trova che ci siano analogie tra i due personaggi?
Sono due anime profondamente diverse. L'Uomo Nero ha un background segnato dal terrore, come dicevo è il male puro. Materializza le paure più profonde, da quella del buio a quella dei fantasmi, e ne è intriso anche lui fino in fondo. La sua natura è segnata, non ha scelta. Karenin non è un cattivo puro, anche se spesso lo si scambia per tale. Il suo comportamento ha motivazioni diverse, è un uomo tradito nei propri sentimenti. Si è portati a pensare che voglia distruggere la moglie, ma se si legge attentamente il libro si capisce quanto sia umano.E lei, che rapporto ha con la paura?
E' uno stimolo, mi spinge ad accettare sempre nuove sfide. Imporsi dei limiti è il modo perfetto per non rischiare, invece per quanto mi riguarda cerco continuamente personaggi diversi e rischiosi. Interpretare sempre gli stessi non mi interessa.Un'ultima domanda: perché nei film americani se gli serve un cattivo chiamano un attore inglese?
Me lo chiedo da anni, e la risposta è che non lo so. Mi sono detto che forse ci scelgono perché la nostra impostazione prevalentemente teatrale aiuta a essere più controllati e freddi. Ma non ne sono sicuro. La verità è che non lo saprò mai.