(Cinematografo.it/Adnkronos) - Doppio omaggio a Fabrizio De André con strascisco polemico al Festival Internazionale del film di Roma. Il grande cantautore scomparso è protagonista del film-documentario di Teresa Marchesi Effedia - Sulla mia cattiva strada, prodotto dalla vedova del cantante Dori Ghezzi con Rai Trade e Sony, e anche in qualche modo del film Amore che vieni amore che vai di Daniele Costantini, tratto dal romanzo Un destino ridicolo, scritto a quattro mani da De André con Alessandro Gennari.
E proprio le dichiarazioni di Dori Ghezzi sul film ("E' frutto di un accordo che Fabrizio fece credo nel 1998, lui aveva anche scritto una sceneggiatura che credo non sia mai stata utilizzata, ma a me non era mai piaciuto nemmeno il romanzo", ha detto) hanno scatenato la reazione del regista del film: "Il mio non è un omaggio a De André. Ho solo preso il romanzo che lui aveva scritto con Gennari e ne abbiamo tratto una sceneggiatura. Mi sono appassionato a quel libro non tanto per amore di De André, quanto perchè tratta di personaggi che io amo dal punto di vista narrativo in maniera quasi sentimentale: banditi, prostitute, papponi", ha aggiunto il regista del film, che è interpretato da Fausto Paravidino, Filippo Nigro, Donatella Finocchiaro, Massimo Popolizio, Tosca D'Aquino, Claudia Zanella e Agostina Belli e che uscirà in sala il 14 novembre.
Ma se si è detta "perplessa" sul film di Costantini, Dori Ghezzi è invece molto soddisfatta di Effedia, che uscirà domani, 31 ottobre, in un cofanetto di cui fa parte anche un doppio cd con le canzoni più belle di De André. Il lavoro di Teresa Marchesi, giornalista del Tg3, è infatti realizzato con materiali in gran parte inediti e forniti proprio dalla Fondazione De André e quindi dalla stessa Ghezzi. Vi si alternano sequenze in cui De André si racconta e riprese live dell'esecuzione di oltre 30 brani del suo repertorio, compresi degli inediti degli anni giovanili. Un progetto reso possibile anche dalla grande amicizia instaurata molti anni fa dalla giornalista con De André e sua moglie.
"Devo dire che più lo guardo e lo riguardo e più mi convince, anche la scelta di non seguire un ordine cronologico ma di alternare il Fabrizio giovane con il Fabrizio maturo", ha detto Dori Ghezzi.
Nella ricerca dei materiali, la stessa Ghezzi e l'autrice del domentario hanno fatto scoperte sorprendenti: "Abbiamo trovato - ha raccontato la vedova del cantante - le ricerche che Fabrizio aveva fatto da giovanissimo sui canti popolari regionali, insieme ad un musicologo inglese. Così c'é Fabrizio che canta in piemontese e che intona una canzone con delle mondine lombarde. E questo spiega dove nasce la passione che lo ha portato poi a realizzare lavori come Cruza de ma e a cantare in gallurese o in napoletano".
Nel documentario parlano anche grandi artisti che lo hanno conosciuto e amato, tra i quali spicca un Wim Wenders innamorato da tempo della produzione di De André: "Con lui - ha rivelato - ho fatto una figuraccia. Un giorno gli ho portato una serie di cd, dicendo: "Devi ascoltare questo artista". E lui mi ha risposto: "Io ho tutti i dischi in vinile e tutti i cd di De André. E non solo, Wenders si definisce uno dei 'missionari' di De André nel mondo e vorrebbe organizzare un concerto internazionale in cui grandi star interpretino De André. Ed ha dato la sua disponibilità anche per un film".