“Non sarà un film pesante, non sarà un film à la Underworld, non sarà un film à la Twilight. Sarà un film à la Joe Dante”. Non servono generi, basta il nome: Joe Dante. Con il suo mix tra horror per tutti e comicità dark, la sua firma è diventata un marchio di fabbrica, e lui sembra esserne ben conscio. Ne sono un po' meno al corrente invece i produttori: “Sono qui a Roma per due motivi: il primo è presentare un film di Mario Bava al Festival Internazionale del Film di Roma, e l'altro è per cercare degli investitori per il mio prossimo film. Né io né nessuno che conosco ha abbastanza denaro, e visto che la storia sarà ambientata a Roma sto provando a proporre il mio progetto qui al Market.” Il film si chiamerà Ombra Amore, e la storia è già ben definita: “E' una love story soprannaturale che si svolge nella Roma contemporanea – ci dice il regista – ed è simile in un certo senso a Romeo e Giulietta. C'è una famiglia di Vampiri e una di Licantropi e tra le due non scorre buon sangue. La protagonista femminile sarà una ragazza di strada, morsa da un vampiro, e farà coppia con il più giovane e ribelle dei Licantropi. Insieme faranno scintille!” Ma perché proprio Roma? “Perché è la città eterna, fondata da gente allevata dai lupi e il contrasto tra il vecchio e il nuovo è davvero tangibile ad ogni angolo. Inoltre è romantica come scenografia, è la location perfetta per la storia che ho in mente.” Ma, come si diceva, chiamarsi Joe Dante non basta: i fondi sono difficili da reperire. Qualcuno, anche a Hollywood (vedi Spike Lee, o il film sull'eroina televisiva Veronica Mars diretto da Rob Thomas), sta usando il crowdfunding on-line per racimolare i soldi necessari tramite le donazioni degli aficionados. “Il crowdfunding va bene per i progetti low-budget, è uno strumento utile ma molto complesso. L'ho provato per un piccolo progetto ma è stato faticoso: bisogna seguire ogni donatore e per fare ogni cosa ci si mette tre volte il tempo normale”. E il cerchio si restringe… una situazione da film horror. A proposito dei quali il regista afferma: “E' cambiato il modo di fare horror negli ultimi 20 anni. Adesso la censura mette meno paletti e da molti questa libertà è interpretata come una concessione per mostrare dita mozzate, mani tranciate, teste staccate e facce strappate; dopodichè quei molti affermano di aver fatto un horror. Non è così: puoi anche scioccare con mostri ed effetti speciali ma per terrorizzare devi avere una storia buona e dei personaggi credibili infilati in situazioni terrificanti. Molto spesso è quello che non mostri che veramente spaventa”. In bocca al lupo, mr. Dante!