"Venezia? C'é qualcuno che non la ama?!". "The Hole? Un horror senza eccessi, alla Poltergeist, che riprende un tema a cui sono particolarmente legato: la famiglia". "Obama? Ha portata una ventata di speranza prima inimmaginabile". "Il cinema italiano? Ne vediamo troppo poco in America per farcene un'idea". Così parlò Joe Dante, nell'intervista in esclusiva che il regista americano ha concesso alla Rivista del Cinematografo (il nuovo numero in edicola dal prossimo 31 agosto). Il giurato di Venezia - che al Lido oltre ai verdetti porterà l'anteprima mondiale del suo nuovo film (l'horror 3D The Hole) e una versione di 280' di The Movie Orgy-Ultimate Version, omaggio ai B-movies degli anni '50 e '60 (sarà in cartellone nella sezione Orizzonti) - ci regala di sé un ritratto a tutto tondo, spaziando dal cinema alla politica, dal futuro (il 3D) agli aneddoti personali. E sul suo nuovo lavoro rivela: "The Hole ha avuto una gestazione molto lunga, più di un anno e mezzo, e quando abbiamo iniziato la pre-produzione l'horror 3D non era ancora esploso, per cui non abbiamo cavalcato l'onda. E' la storia di due ragazzi che scoprono una sorta di porta per un'altra dimensione, una dimensione paurosa che dà sfogo ai nostri peggiori incubi. Niente splatter però. Non è nel mio stile mettere in scena cose estreme, soprattutto in un periodo in cui il mercato dell'horror è stato saturato da saghe come quella di Saw che non è possibile far vedere ai bambini. Sono voluto tornare ad un tipo di film "alla Poltergeist", ovvero uno storia adulta che possa essere mostrato anche ad un pubblico di ragazzini".