"Il mio prossimo film sarà molto diverso da tutti gli altri. S'intitolerà L'ivresse du pouvoir (L' ebbrezza del potere) e lo presenterò in anteprima al festival del cinema di Berlino". Ospite a Torino, che gli dedica una retrospettiva, il regista francese Claude Chabrol parla del suo ultimo lavoro, in uscita nelle sale francesi il 21 febbraio. Interpretato da Isabelle Huppert, racconta una storia accaduta realmente alla fine degli anni Novanta: lo scandalo petroli della Elf, "ma la vicenda non viene mai citata esplicitamente" chiarisce il regista. "Il film - continua - si domanda fino a che punto una persona possa essere disposta a sacrificare se stessa per portare avanti ciò che le appare come una missione. Il personaggio in questione è quello interpretato dalla Huppert, un giudice istruttore, il cui ardore nel dedicarsi al caso porterà all'esasperazione il marito, tanto da spingerlo a un gesto estremo: si getta da una finestra del secondo piano e rimane ferito. "Sono un sentimentale e non ho voluto farlo morire - dice Chabrol - come è invece è accaduto nella realtà". L' uomo si suicidò buttandosi dal settimo piano. "Sono certo che questo film piacerà alla critica perché ho anch'io la tessera da critico e i miei film non possono che piacere" ironizza. Icona della Nouvelle Vague, con Godard, Truffaut e Rohmer, e alla soglia dei 50 anni di carriera (li festeggerà nel 2007), Chabrol fa un po' un bilancio della sua carriera: "La critica dice che i miei film sono stati sottovalutati - osserva il regista - ma certamente non da me, io li ho sempre considerati moltissimo". E continua: "Forse tra cinque anni li giudicheranno sopravvalutati, e non sarà altro che per l'effetto della rivalutazione attuale. Spesso i film vengono giudicati dalla presunta importanza dei loro soggetti e io ho fatto ricorso a grandi soggetti quando avevo bisogno di successo". Poi cita Star Wars di George Lucas come esempio di un cinema antitetico al suo e conferma quanto già scritto nel suo libro, Laissez-moi rire!, a proposito di Visconti: "Il gattopardo è un film pieno di errori, come l'orchestra senza direttore. E Morte a Venezia mi risulta insopportabile. Ho sempre pensato che La terra trema fosse il Visconti migliore". Del cinema italiano adora Stefania Sandrelli e confessa: "Mi dispiace di averla diretta in un film che alla fine è risultato piuttosto brutto". Il riferimento è a Les magiciens, tra i 37 titoli in cartellone a Torino. Quanto all'attuale crisi del settore, dice: "Le produzioni italiane sono un casino indescrivibile ma tutto alla fine si aggiusta grazie alla proverbiale arte italica dell'arrangiarsi".