Emozione, fan in delirio, fischi e buon cinema. C'è già tutto nella prima giornata del festival di Cannes. Una  59ª edizione aperta ufficialmente ieri, dopo la gelida accoglienza riservata dalla stampa all'attesissimo Codice da Vinci. L'inaugurazione si è svolta all'insegna di Wong Kar-wai, che torna al festival per la quinta volta, come presidente di giuria. A lui l'omaggio della manifestazione che dedica al suo In the Mood for Love il manifesto di quest'anno. Scenografie e musica in tema hanno accompagnato l'apertura del festival. Immancabili occhialini scuri, Wong Kar-wai ha tradito e regalato emozioni, mentre sul maxischermo scorrevano spezzoni del suo 2046 e il soprano Angela Georghiu intonava Casta Diva dalla Norma di Bellini. Cerimoniere di bianco vestito, l'attore Vincent Cassel (è la prima volta che l'onore spetta a un uomo) ha aperto le danze a sorpresa parlando anche in cinese alla gremita platea del Grand Théâtre Lumière con un intervento dal sapore multiculturale e parlando della Francia come di una "terra d'accoglienza". Oltre duemila persone hanno atteso l'arrivo del regista del Codice Da Vinci, Ron Howard, e del protagonista Tom Hanks, al quale la folla ha riservato un lungo applauso. Urli e tifo da stadio anche per Tim Burton e Monica Bellucci, mentre una standing ovation in sala ha dato il benvenuto all'invecchiato Sidney Poitier. Il 79enne attore di Indovina chi viene a cena?  ha parlato di privilegio e onore nel dare il benvenuto alla nuova generazione di registi che arricchirà il cinema. Ricco il parterre di ospiti illustri: Juliette Binoche, Patrice Leconte, Helena Bonham-Carter, l'argentina Lucrecia Martel, il regista palestinese Elia Suleiman, l'attrice cinese Zhang Ziyi, Samuel L. Jackson, David Cronenberg, Gus Van Sant e Eva Herzigova. Partenza ottima con il primo film in concorso, l'unico asiatico, Summer Palace di Lou Ye: storia d'amore a sfondo esistenziale, che si consuma e intreccia con il fermento sociale e culturale che portò ai tragici eventi di piazza Tien An Men alla fine degli anni Ottanta. Protagonista di oggi è l'inglese Ken Loach, con il durissimo The Wind That Shakes the Barley. Applaudito ieri dalla stampa, il film ricostruisce la dura lotta per l'indipendenza irlandese, concentrandosi sulla follia di una guerra fratricida.