Accoglienza entusiasta a Berlino per La Migliore offerta di Giuseppe Tornatore presentato nella sezione Special della 63. Berlinale, quella con alcuni dei contributi tra i più importanti del Festival. Il film è piaciuto alla stampa internazionale. Tornatore aveva pianificato di restare in sala i primi cinque minuti. Se non fosse che già dai primi istanti di pellicola attenzione e tensione del pubblico erano alle stelle.
Ammette il regista di non essersi aspettato un'accoglienza di questa intensità. E confida: “Sergio Leone mi diceva sempre: dopo i primi 2 minuti, un film te lo devi vedere tutto!”. È felice di essersi ricordato il consiglio del Maestro Leone. “È stata una proiezione stupenda, uno schermo meraviglioso, e anche Geoffrey accanto a me era emozionato”. L'attore australiano non aveva ancora visto il film sul grande schermo.
Il principale settimanale tedesco scrive così di La Migliore offerta “il film di Tornatore inizia in casa di Freud e finisce in quella di Kafka”. Sorride il cineasta, ma ammette di aver ascoltato dalla stampa estera “solo domande intelligenti e di grande curiosità intellettuale nei confronti del film”.
La curiosità verso il nostro cinema è intatta. “È la varietà dell'offerta a fare di un'industria cinematografica una realtà sana”. Per il regista “il pubblico italiano è affamato di un'offerta ampia, di qualità e diversa”. La prova è il successo del film in Italia. Una speranza per il cinema italiano tout court. All'estero sono in tanti a scrivere che Cinecittà è destinata a scomparire. “Se dicessi che il paziente sta bene non direi la verità. Ma no, Cinecittà deve cambiare, e profondamente, per non morire nella TV”.
Gli autori e i registi italiani per Tornatore sono ‘anestetizzati' dalla paura di fare cose in controtendenza. “Non bisogna aderire soltanto a ciò che va bene, è necessario mantenersi all'erta. Spero che La migliore offerta dia la speranza a quei colleghi che credono di poter andare avanti solo facendo commedie. Perché è falso che oggi solo le commedie funzionino in Italia. Per Geoffrey Rush la cosa interessante è che il pubblico internazionale di Berlino ha avuto la percezione giusta dell'opera di Tornatore “come di un'opera di artigianato cinematografico italiano. Lavorare con Giuseppe”, così l'attore, “è stato un concerto armonioso di professionalità eccellenti, consapevoli, e ispirate”. Per Tornatore “il pubblico avverte l'onestà di un lavoro”. “E un attore”, aggiunge Rush, “avverte l'onestà di un cineasta. Con Giuseppe non ho avuto nessun problema ad accettare un no ad una scena”. Nonostante la scelta dell' inglese e della Mitteleuropa per l'ambientazione, per il regista il riconoscimento più importante è stata la percezione del film come opera italiana. “Semplicemente, non era una storia che si adattava all'Italia. Ma Berlino mi ha fatto il regalo più grande: chiamare La Migliore offerta, un bel film italiano”.