“È sempre un vantaggio poter partire da un film che ha una storia molto forte. Sto parlando della commedia francese Babysitting, da cui è nato il nostro progetto. Abbiamo cambiato molto, ma la struttura era solida e ci è stata utile nella fase di lavorazione. Questa volta, vogliamo far ridere molto di più: la commedia non ci basta”. L’esordiente Giovanni Bognetti commenta così l’uscita de I Babysitter, nelle sale italiane dal 19 ottobre. La Colorado Film, che produce, ha deciso di aderire all’iniziativa Cinema2Day, e Medusa Film distribuirà la commedia per la sola giornata di mercoledì 12 ottobre, quando i biglietti costeranno due euro.

Nel cast figurano Francesco Mandelli, Paolo Ruffini, Andrea Pisani, Paolo Tabasco, Davide Pinter, Francesco Facchinetti e Diego Abatantuono. “Abbiamo scelto un gruppo di attori dalle forti vene comiche. Poi i cambiamenti sono venuti da soli. Le ambientazioni e i rapporti tra i personaggi sono diversi dall’opera originale. Per esempio, Diego non lavora più nell’editoria, ma si occupa di grandi campioni.” Gianni Porini (Abatantuono, ndr) è un celebre agente sportivo, che tiene il casco di Valentino Rossi nel soggiorno e il vino di Pelè in cantina. È il titolare di una grande azienda e, tra i suoi collaboratori, c’è anche Andrea (Francesco Mandelli, ndr), un trentenne introverso che vorrebbe fare carriera. Un giorno, arriva la sua grande occasione: fare da babysitter al figlio del capo, un piccolo demonio in cerca di attenzioni. Nella notte succederà l’impossibile, e tutta la serata sarà immortalata da una telecamera”.

Davide Pinter, che interpreta il bambino Remo, sostiene: “Non sono dei babysitter all’altezza, ma mi sono divertito moltissimo. È stata un’esperienza fantastica. Finalmente ho potuto conoscere i grandi attori che vedevo sempre in televisione”. Poi Facchinetti racconta il suo personaggio: “Io interpreto Ermanno, un poliziotto ossessionato da CSI. In Italia, non ci sono crimini gravi come in America, quindi deve ingigantire qualsiasi  avvenimento. La semplice scomparsa di un bambino si trasforma in un caso di rapimento, magari anche violento. Girare un film è un’esperienza unica. Nel mondo del cinema c’è ancora un po’ di poesia, mentre da altre parti manca”.

Infine sale in cattedra Abatantuono: “Bognetti è un regista di grande talento. Ho lavorato con molti esordienti, e devo dire che la sua pacatezza mi ha colpito. Ho visto gente comportarsi in maniera esagitata sul set, non riuscendo a concludere quasi nulla. Con la sua calma, è riuscito ad ottenere grandi risultati. Chi sa quello che dice, è amico del buon cinema”.