A due film dalla fine del festival ecco la sorpresa: Quand j'etais chanteur di Xavier Giannoli, terzo francese in competizione che potrebbe portare a casa un premio. Di certo c'è che il protagonista Gérard Depardieu è tornato in forma strepitosa, anche se a Cannes ha gia vinto in passato come migliore attore (Cyrano di Jean-Paul Rappeneau). A 48 ore dall'assegnazione della Palma però la situazione è ancora nebulosa, soprattutto perché se è vero che i verdetti di Cannes sono da sempre sorprendenti, quest'anno più che mai l'incognita è rappresentata dal presidente di giuria Wong Kar-wai. Che non ha mai nascosto le sue simpatie per il cinema di Pedro Almodóvar, grande favorito della 59a edizione con Volver, ma potrebbe preferirgli la glamorous Marie Antoinette di Sofia Coppola. Secondo la stampa internazionale, a cui Babel è piaciuto molto, sarebbe invece la storia corale di Iñárritu il candidato ideale. Molto vicino al gran premio della Giuria appare il marocchino Indigènes e se Bruno Dumont comme d'habitude spacca a metà le platee con il duro Flandres, un risarcimento morale potrebbe andare al cinese Lou Ye che dopo il mancato visto di censura in patria rischierebbe di rimanere fermo almeno 5 anni. Quanto alla Palma all'interpretazione femminile se il cast di Volver è in pole position, Kirsten Dunst non è da meno per la sua Marie Antoinette. Mentre sul versante maschile a parte Depardieu, Cillian Murphy in The Wind That Shakes The Barley di Ken Loach ci ha regalato una prova d'attore straordinaria. Per il premio alla regia c'è da sbizzarrirsi: si va da Aki Kaurismaki a Nanni Moretti a Ken Loach e a Bruno Dumont, il nostro Paolo Sorrentino non pare avere molte chance con L'amico di famiglia. Più probabile invece la vittoria dell'ottimo Regista di matrimoni di Marco Bellocchio nella sezione parallela di Un certain regard. Incrociamo le dita.