Il prossimo 21 ottobre avrebbe conquistato il secolo di vita, Jeff Musso, pioniere e outsider del cinema francese, ma se ne è andato a 99 anni. Personaggio atipico del grande schermo, cineasta amante della trasposizione di opere letterarie e raffinato intellettuale, Musso ha esordito nel 1938 con il film Le puritain (in italiano Il sacrificio del sangue). La pellicola vinse il "Prix Louis Delluc" alla seconda edizione: conquistò il prestigioso premio intitolato alla memoria dell'illustre critico francese dopo Jean Renoir e prima di Marcel Carné.
Il sacrificio del sangue fu ispirato da un romanzo dello scrittore irlandese Liam O'Flaherty. Il regista non solo diresse il film ma scrisse anche la sceneggiatura e compose la colonna sonora. Protagonista fu Jean-Louis Barrault, gigante del teatro francese, che incarnava un giornalista irlandese vittima di un rigorismo religioso esacerbato che lo portò alla follia omicida. Altro capolavoro di Musso fu Il naufrago del pacifico (1950), con Georges Marchal, Mauro Sambucini e Amedeo Trilli: una co-produzione franco-italiana girata tra Cinecittà e le Guadalupe. Tra gli altri suoi film spiccano: Ultima giovinezza (1939) e Viva la libertà, primo film francese sulla resistenza antinazista, girato nel 1944 ma proiettato solo nel 1946.
Negli anni '60 e '70, Jeff Musso preferì dedicarsi a dirigere documentari, mettendo definitivamente da parte ogni desiderio di realizzare film di grande successo a lui richiesti dall'industria cinematografica. Tra la sua produzione documentaristica: La scienza e la santità (1971), Gli Incas (1972) e Il museo dell'oro (1974).