E' morta la regista belga Chantal Akerman, figura centrale del modernismo e del cinema di ricerca dagli anni '70 in poi, fonte di ispirazione per Gus Van Sant e per tanti filmaker francesi. Aveva 65 anni.

Nata a Bruxelles il 6 giugno 1950, ebrea di origini, e autrice di capolavori quali Je, tu, il, elle (1974), Jeanne Dielman, 23 Quai du Commerce, 1080 Bruxelles (1975), Golden Eighties (1985) e Captives (2000), la Akerman ha dato vita ad opere caratterizzate da una radicalità espressiva e tematica che l'hanno spesso accostata ai diversi movimenti artistici e politici della sua generazione, in particolare a quello femminista.

I suoi film, pur essendo di rottura, non hanno mai però sposato una corrente ideologica. L'antagonismo era soprattutto una questione di stile: il suo sempre essenziale, rigoroso e insieme fisico, corporeo, disturbante, spesso affidato a blocchi di piani-sequenza.

Un cinema che al realismo preferiva la riflessione filosofica sulla messa in scena della realtà. Tematiche abituali dei suoi film sono state il desiderio e la mancanza, l'esperienza del tempo e del vuoto. Il suo ultimo lavoro, No Home Movies, è stato presentato allo scorso Festival di Locarno.