Quando ho letto lo script, era già vecchio di 5 anni. La Cbs voleva farne un film ma non aveva molti soldi da spendere. Non m'interessava lavorare per pochi spiccioli, perciò inizialmente dissi di no. Solo dopo, leggendolo, capii che era quello che volevo fare". Non sappiamo se le cose siano andate in effetti così come le riferisce Jon Turteltaub, a Torino per presentare il risultato di quella decisione. Abbiamo il forte sospetto però che la voglia di lavorare su Last Vegas, la commedia che ha inaugurato ieri sera TFF 31 (e che uscirà a gennaio in sala con Universal), gli sia salita alle stelle dopo la composizione del cast: "Ne abbiamo preso una alla volta - ricorda -. Per primo Michael Douglas, che aveva già visionato la sceneggiatura manifestando il proprio gradimento. Poi è arrivato il sì di De Niro e a quel punto ci siamo davvero entusiasmati. Il terzo è stato Morgan Freeman, che ci ha chiamati tramite il suo agente dicendo di voler essere della partita. Infine l'osso più duro, Kevin Kline. Tutti a Hollywood sanno che Kevin risponde di no a tutti i copioni che gli offrono. Questa è probabilmente la ragione per cui lavora così poco. E' andata così anche con noi, ma io ho insistito: ho preso il velo per New York, sono andato a trovarlo, abbiamo fatto una chiacchierata di 5 ore e infine ha accettato. Sono felicissimo che l'abbia fatto, perché dei quattro il suo è il ruolo che amo di più: il percorso del suo personaggio è quello che fa ciascun uomo ogni singolo giorno, ovvero restare fedeli, provarci almeno, a una scelta di vita".
Facciamo un passo indietro: in Last Vegas Kline è un pensionato insoddisfatto della propria ruotine quotidiana e di quella coniugale. Quando uno dei suoi amici di lunga data (Douglas) lo invita a trascorrere un weekend a Las Vegas per festeggiare il suo addio al celibato, senza moglie al seguito, non se lo farà ripetere due volte. Fuggire via dalle noia domestica per spassarsela con tre vecchi compagni di avventure - Douglas, De Niro e Freeman - in quella che un po' tutti considerano l'odierna Babilonia, è l'occasione che forse non gli ricapiterà mai più. Ma le cose non andranno ovviamente come si era immaginato.
Last Vegas è una commedia che, mentre punta sull'intrattenimento e sul carisma delle proprie star, non dimentica il disagio senile, di chi si accorge che tra il dire e il fare c'è di mezzo un corpo che non risponde più come prima ai desideri e a gli entusiasmi che non conoscono età. Anche per questo Turteltaub rifiuta il paragone con Una notte da leoni (pure se qui i leoni non sono di primo pelo), salvo nel caso in cui "sia un complimento". Infine torna sui propri attori esprimendo un sincero ringraziamento: "Tutti gentili e disponibili, mai una parola fuori posto, mai un capriccio". E a un regista che debba lavorare con star di questo livello (quattro Premi Oscar, non va dimenticato) consiglia: "Non puoi non avere timore reverenziale, non saresti umano e non diventeresti mai un grande filmaker. Ma non devi averne neppure troppo, altrimenti tipi così non li dirigi. Devi trovare la giusta via di mezzo. E sperare che i tuoi attori siano come i miei, e non ti mettano i bastoni tra le ruote".