Una settimana e un giorno

Shavua ve Yom

3.5/5
L’elaborazione del lutto attraverso l’umorismo, anche surreale, di matrice ebraica

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ISRAELE 2016
Al termine della Shiva - la settimana di lutto - per il figlio scomparso, Eyal viene spinto dalla moglie Vicky a riprendere la loro normale routine. L'uomo però, inizia a frequentare un giovane vicino di casa, amico del figlio defunto, e decide di andare alla scoperta delle cose che davvero valgono la pena di vivere...
SCHEDA FILM

Regia: Asaph Polonsky

Attori: Shai Avivi - Eyal Spivak, Evgenia Dodina - Vicky Spivak, Tomer Kapon - Zooler, Alona Shauloff - Bar, Uri Gavriel - Raphael, Sharon Alexander - Shmulik Zooler, Carmit Mesilati Kaplan - Keren Zooler

Sceneggiatura: Asaph Polonsky

Fotografia: Moshe Mishali

Musiche: Ran Bagno, Tamar Aphek

Montaggio: Tali Halter Shenkar

Scenografia: Yoav Sinai

Costumi: Chen Oshri

Altri titoli:

One Week and a Day

Durata: 98

Colore: C

Genere: DRAMMATICO COMMEDIA

Specifiche tecniche: HD, DCP

Produzione: BLACK SHEEP FILM PRODUCTIONS

Distribuzione: PARTHÉNOS

Data uscita: 2017-05-11

TRAILER
NOTE
- PREMIO FONDATION GAN ALLA DIFFUSIONE A SOPHIE DULAC DISTRIBUTION ALLA 55. SEMAINE DE LA CRITIQUE (CANNES 2016).
CRITICA
"Un film beckettiano sull'assurdità della morte che coltiva confusione e studia l'inutilità del quotidiano che appare in tutto il suo fulgore quando si perde qualcuno. Gli attori riescono ad esprimere tutto ciò e anche altro, un'atmosfera: il miglior complimento." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 11 maggio 2017)

"Una 'Stanza del figlio' in versione umoristica ebraica. II regista, nato negli Usa ma cresciuto in Israele, spiega «Per dirla in parole povere mi piace ridere e piangere e ho cercato di mettere insieme le due cose». Ma nello svolgimento il sottile confine tra i due registri è una corda tesa anche grazie allo stile di recitazione dell'attore che interpreta finemente il padre. (...) Una piccola perla." (Paolo D'Agostini, 'La Repubblica', 11 maggio 2017)

"Polonsky affronta (...) il tema tragico del suo film attraverso la commedia, con la levità dell'umorismo che scaturisce dalla «strana coppia» costituita da Eyal e Zooler e dal loro fermo intento di sballarsi. Nel movimento incerto tra dramma e commedia 'Una settimana e un giorno' trova il suo punto di forza ma anche il suo limite principale, senza mai centrare con precisione le atmosfere di entrambi i generi." (Giovanna Branca, 'Il Manifesto', 11 maggio 2017)

"Curiosa e sorprendente commedia funebre di grottesco ebraico. (...) A coinvolgere è l'implicito invece dell'esibito, il come invece del cosa: le diverse reazioni al dolore di padre e madre, la malattia evocata nella ricerca di un plaid, la guerriglia con i vicini, la complicità con una bambina, l'incontro al cimitero con l''usurpatore' della tomba." (Silvio Danese, 'Nazione-Carlino-Giorno', 11 maggio 2017)

"(...) un film sincero e personale questa opera prima del 33enne cineasta americano Asaph Polonsky (già osannata alla Settimana della critica a Cannes 2016) che affronta con sensibilità un tema sempre difficile da raccontare al cinema." (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 12 maggio 2017)

"Il film è uno straordinario «road movie» in cui si viaggia materialmente poco, ma tanto attraverso l'umanità e la vita di chi resta. (...) 'Una settimana e un giorno' è una tragicommedia in cui i genitori di un ragazzo stroncato dal cancro cercano di ricominciare a vivere. Polonsky racconta una rinascita dal fondo, e lo fa trovando l'equilibrio tra dramma e commedia, «senza cercarlo» come spiega il regista (...). In questo viaggio nell'assurdità della perdita di un figlio, l'umorismo è la vita che si manifesta anche nel giorno più terribile (...)." (Ariela Piattelli, 'La Stampa', 17 maggio 2017)