Ultimi giorni da noi

The Last Days of Chez Nous

AUSTRALIA 1991
Beth è una scrittrice di successo il cui matrimonio con il francese JP comincia a vacillare. Drammatica e prepotente come suo padre, Beth tiene a bada la sua famiglia che comprende la giovane figlia Annie e l'affittuario Tim che, presi dai loro ritmi e dai loro interessi, non si preoccupano, nè si rendono conto di cosa sta accadendo intorno. Vicki è la sorella minore di Beth, a cui ha sempre fatto affidamento. Dopo un lungo viaggio ha scoperto il suo vero spirito e la sua indipendenza. Mentre Beth tenta di ricostruire il rapporto con suo padre, la famiglia a Chez Nous esplode priva del suo controllo....
SCHEDA FILM

Regia: Gillian Armstrong

Attori: Bruno Ganz - Jean Pierre, Lisa Harrow - Beth, Leanne Bundy - Susie, Mickey Camilleri - Sally, Kerry Fox - Vicki, Bill Brady - Sindaco, Steve Cox - Straniero, Eva Di Cesare - Cameriera, Wilson Alcorn - Barista, Tom Weaver - Ladro, Claire Haywood - Janet, Joyce Hopwood - Infermiera, Lex Marinos - Angelo, Amanda Martin - Cameriera, Miranda Otto - Annie, Kiri Paramore - Tim, Olga Sanderson - Cantante, Harry Griffiths - Vecchio turista, Bill Hunter - Padre di Elisabeth, Lynne Murphy - Madre di Elisabeth

Soggetto: Helen Garner

Sceneggiatura: Helen Garner

Fotografia: Geoffrey Simpson

Musiche: Paul Grabowsky

Montaggio: Nicholas Beauman

Scenografia: Janet Patterson

Costumi: Janet Patterson

Effetti: Ken Phelan, Roger Cowland

Durata: 96

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: PANORAMICA A COLORI

Produzione: CHAPMAN JAN

Distribuzione: LUCKY RED DISTRIBUZIONE (1993) - MINERVA VIDEO

NOTE
- REVISIONE MINISTERO AGOSTO 1993.
CRITICA
"La Armstrong ha del coraggio ad iniziare la storia, dopo una carrellata dentro casa, con una scena di vomito, ma l'ardire si frena, il montaggio è lento e si arriva nei pressi di 'Piccole donne', con problemi stereotipati come la gravidanza interrotta, liti coniugali dietro le quali prega per noi santo padre Bergman. Ci sono belle sequenze d'allegria, una settimana filiale con domande facili (cosa pensi della morte? Esiste Dio?), problemi di solitudine. Nel gineceo impegnato a riciclare banalità, sorretto da attrici di temperamento, Bruno Ganz rischia di apparire un ostaggio del film: per di più è gonfio e l'edizione italiana gli offre inspiegabilmente, quando parla, didascalie inglesi." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 1 Settembre 1993)

"Guerra e affetto tra donne, crudeltà amorose, piccoli delitti del cuore sono al centro del film di Gillian Armstrong, australiana, 43 anni, debuttante di successo nel 1979 con 'La mia brillante carriera' un'analisi molto ben fatta di sentimenti, di dipendenze e di legami familiari, collocata durante un'estate calda a Sydney nei due paesaggi paralleli d'Australia, i grattacieli o le piccole case di legno della città e il grande deserto rosso dal cielo sconfinato. (...) Sono gli aneddoti d'un generale nervoso disamore, raccontati con sapienza cinematografica ed efficacia psicologica: nell'impazienza contemporanea, esami di personaggi e sentimenti così sottili, attenti e pazienti sono divenuti rari, quasi esotici. Tra gli interpreti la più brava è Kerry Fox, già eccellente protagonista di 'Un angelo alla mia tavola' di Jane Campion, nella parte della sorella; rimane un mistero come si possa vedere in Bruno Ganz (e non è la prima volta) un amante latino, un classico seduttore europeo." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 29 Agosto 1993)

"Languido e stagnante, 'Ultimi giorni da noi', tratto da un romanzo della scrittrice Helen Garner, è un film intimista fino all'inerzia, intelligente fino alla cerebralità, nobile fino alla monotonia. Spesso l'ipersensibilità non giova al cinema. E in questo caso, la Armstrong confeziona un prodotto sincero ma, claustrofobicamente, risolto tra il tinello e la cucina, tra dialoghi didascalici e turbamenti della mezza età, tra poco vibranti ripiegamenti postfemministi ed erotismi avvizziti. L'esercizio di stile manieristico tende a far ripiegare su se tessi anche gli attori, coinvolti in improvvise danze liberatorie tra un pigro psicodramma e l'altro: Lisa Harrow è Beth, Kerry Fos ('Un angelo alla mia tavola') la sorella e lo spento, svizzero Bruno Ganz il concupito marito dall'esotico accento francese." ('Il Messaggero', 31 Agosto 1993)