Sta per piovere

2/5
Immigrati senza diritti, ma anche per gli spettatori sono tempi difficili. Quando le (buone) intenzioni non bastano

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EMIRATI ARABI 2013
Said è nato e cresciuto in Italia da genitori algerini. Sicuro e ambizioso, il ragazzo studia e nel frattempo lavora come panettiere part-time. Tuttavia, dopo il suicidio del direttore della fabbrica in cui lavora suo padre Hamid, la famiglia si trova di fronte a una tragica realtà: il permesso di soggiorno che l'uomo si è visto rinnovare da trent'anni ormai, non può essere confermato con il conseguente decreto di espulsione. Ha inizio così per Said un calvario burocratico che lo porterà a cercare una soluzione anche con l'aiuto di avvocati, sindacati e stampa; ma anche un percorso interiore che lo metterà di fronte a una crisi di appartenenza e a un profondo dilemma: l'Italia, il paese che ha considerato sempre suo, lo spinge a tornare in Algeria, un luogo che lui non ha mai visitato. Che fare quindi? Rimanere come clandestino o partire con la sua famiglia, aiutandola a ricostruirsi una vita?
SCHEDA FILM

Regia: Haider Rashid

Attori: Lorenzo Baglioni - Said Mahran, Mohamed Hanifi - Hamid Mahran, Giulia Rupi - Giulia, Amir Ati - Amir Mahran, Michael Alexanian - Luca, Denny Bonicolini - Avvocato, Francesco Grifoni - Giulio Greco, Luca Campostrini - Direttore della fabbrica, Arthur Alexanian - Arthur, Carlo Ciappi - Giudice

Soggetto: Haider Rashid

Sceneggiatura: Haider Rashid

Fotografia: Alessio Valori

Musiche: Tom Donald

Montaggio: Haider Rashid

Scenografia: Matteo Cecconi, Gilda Dolmetta

Suono: Manuela Patti - presa diretta

Altri titoli:

It's About to Rain

Sta per piovere - Said Mahran. Nato in Italia. Espulso.

Durata: 91

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: SONY F3

Produzione: HAIDER RASHID PER RADICAL PLANS

Distribuzione: RADICAL PLANS

Data uscita: 2013-05-09

TRAILER
CRITICA
"Mai un film è uscito con tanta, non calcolata, tempestività come 'Sta per piovere' di Raider Rashid, giovane regista fiorentino di padre iracheno. (...) Siamo quindi sul minato terreno dello «ius soli», il diritto di essere considerati italiani se si è nati su questo suolo, come sembrerebbe ovvio e naturale: un sondaggio fresco dice che il 59% dei connazionali è favorevole ma, com'è noto, la materia è agli atti soprattutto ora che c'è Cécile Kyenge al ministero per l'integrazione. Il film è dunque proteso in avanti, con sofferenza, ma disegna bene la situazione di stallo e di sconcerto attuale. Ispirato non a uno, ma a molti episodi vissuti, è raccontato come una commedia neorealista con qualche tonalità di rosa, ma senza retorica e sentimentalismi inutili. (...) Un film onesto e civile, che resta dentro anche dopo la visione, domani e dopo, restituendo al cinema un credo etico che si trasforma in dibattito su un tema che ci coinvolge tutti, come del resto anche altri titoli off in sala ora, come gli ottimi 'No cileno' e il turco 'Muffa'." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 9 maggio 2013)

"Un film italiano di un regista, Haider Rashid, che nato a Firenze da madre italiana e da padre irakeno, ha conosciuto da vicino il problema di quegli italiani di seconda generazione cui, fino a quando non interverrà finalmente una legge ormai necessaria per difenderli, non sarà possibile trovare una giusta soluzione ai loro problemi di cittadinanza. (...) Rashid, evitando la retorica, ha analizzato con cura tutti i problemi giuridici e umani di quel caso dando sì spazi alle argomentazioni di avvocati e giudici e a quelle spesso risentite dello stesso Said, ma analizzando in maniera diretta anche le psicologie di ciascuno, non ultima quella della ragazza a sua volta innamorata e al momento di concludere di nuovo quella al centro di Said posto di fronte adesso al doloroso dilemma di un padre che, nonostante i suoi legami in Italia, non vorrebbe lasciar partire da solo. C'è, quasi ad ogni pagina, una tensione sottile, ora emotiva, ora polemica, con una regia che, dandosi uno stile preciso (Rashid qui è già al suo terzo lungometraggio) privilegia le immagini il più possibile vicino ai personaggi andando spesso con i dettagli persino oltre i 'primi piani'. Con effetti di coinvolgimento intenso. Espressi anche dal protagonista esordiente, Lorenzo Baglioni, sempre con le espressioni giuste, saldo e misurato sia nelle ansie sia nel dolore." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo Roma', 9 maggio 2013)

"Spinge a riflettere sulle contraddizioni del nostro paese oggi 'Sta per piovere' di Haider Rashid su un giovane nato in Italia da genitori algerini che a causa di una legge ambigua e retrograda, rischia di essere espulso quando suo padre perde il lavoro. La lotta per il diritto di cittadinanza si intreccerà a un profondo dilemma sulla propria identità." (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 9 maggio 2013)

"Nuovo dramma sull'immigrazione, che (ri)scopre le ipocrisie di una legge e di una burocrazia ottuse. (...) Troppi tempi morti tra agghiaccianti silenzi. Più facile addormentarsi che indignarsi. E la pioggia annunciata nel titolo? Forse al prossimo film." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 9 maggio 2013)

"Impegnato a evitare il film a tesi, il regista (italiano iracheno), sceglie di allinearsi all'accanimento della burocrazia e alla tenacia del personaggio, pedinando fatti, incontri, stati d'animo, sostenuto da un protagonista all'altezza (Baglioni, attore e matematico) e da un'idea chiara del problema della cittadinanza di seconda generazione tra gli immigrati. Suscita indignazione, ma non fa male che un racconto riesca ancora a sollevare questa dimenticata emozione civile." (Silvio Danese, 'Nazione-Carlino-Giorno', 17 maggio 2013)