Shanghai Baby

GERMANIA 2007
Coco è una giovane aspirante scrittrice cinese di Shanghai. Ambiziosa e inquieta è innamorata degli abiti di Chanel e dei romanzi di Henry Miller. La sua vita si complica quando inizia un intreccio amoroso con due uomini: uno è un artista cinese suo coetaneo, Tiantian, che cerca di dimenticare le sue sofferenze fumando marijuana. L'altro, Mark, è un ricco uomo d'affari berlinese in trasferta di lavoro, molto attraente, ma sposato.
SCHEDA FILM

Regia: Berengar Pfahl

Attori: Bai Ling - Coco, Luke Goss - Mark, Gregory Wong - Tian Tian, Seiko Matsuda - Madonna, Katja Riemann - Eva, Cheng Pei-pei - Conny

Soggetto: Zhou Weihui - romanzo

Sceneggiatura: Martin Hennig, Berengar Pfahl, Zhou Weihui, Margaret Hennig

Fotografia: Erich Krenek

Musiche: Matthias Raue

Montaggio: Nadia Naimi, Holger Hessinger

Scenografia: Pierre Pfundt

Costumi: Frank Bohn, Isabell Kristensen

Durata: 96

Colore: C

Genere: DRAMMATICO EROTICO

Tratto da: romanzo omonimo di Zhou Weihui (ed. Rizzoli, 2001)

Produzione: ARAGON MEDIA INTERNATIONAL (AMI), BERENGAR PFAHL FILM

Distribuzione: DELTA PICTURES (2008)

Data uscita: 2008-09-19

CRITICA
"Diciamo la verità: non poteva essere inaugurata peggio l'alleanza tra le produzioni cinese e tedesca. 'Shanghai Baby', diretto dal veterano tedesco Borengar Pfahl, è una bufala di proporzioni gigantesche. (...) La storia, raccontata malissimo, e immersa spesso nel buio più pesto, è involontariamente comica, grazie anche agli agghiaccianti dialoghi. Dove brillano perle del tipo: 'La mia mente è piena di ombre tondeggianti come quelle di una candela', oppure ' sei una perfezionista a giudicare da come balli'. La protagonista si macera nel dubbio, e forse proprio perché sconvolta dai tormenti del cuore, si spoglia con ammirevole frequenza. Metodo infallibile per trovare l'ispirazione artistica." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 19 settembre 2008)

"Come analisi della condizione della donna cinese il film del tedesco Berengar Pfahl fa acqua ovunque, è visivamente sotto la media, buio, sexy monotonia." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 19 settembre 2008)