Safari

Auf Safari

3.5/5
Il crudele hobby della caccia in Africa in un doc lucido e spietato: uno dei migliori Seidl degli ultimi anni, Fuori concorso

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AUSTRIA 2016
In Africa, nelle distese selvagge dove bushback, impala, zebre, gnu e altre creature pascolano a migliaia, i turisti tedeschi e austriaci vanno in vacanza per praticare la caccia. Durante i loro safari, tra agguati e attese per la preda, uomini e donne sparano e sorridono compiaciuti in posa vicino agli animali che hanno colpito. Un film che parla di vacanze e di uccisioni mettendo in risalto la natura umana.
SCHEDA FILM

Regia: Ulrich Seidl

Attori: Gerald Eichinger, Eva Hofmann, Manuel Eichinger, Tina Hofmann, Manfred Ellinger, Inge Ellinger, Marita Neemann, Volker Neemann, Markolf Schmidt, Eric Müller

Soggetto: Ulrich Seidl, Veronika Franz

Fotografia: Wolfgang Thaler, Jerzy Palacz - fotografia supplementare

Montaggio: Christof Schertenleib, Christoph Brunner - montaggio supplementare, Andrea Wagner - montaggio supplementare

Durata: 90

Colore: C

Genere: DOCUMENTARIO

Specifiche tecniche: DIGITALE

Produzione: ULRICH SEIDL FILM PRODUKTION GMBH, IN COPRODUZIONE CON ARTE G.E.I.E., DANISH DOCUMENTARY, WDR

Distribuzione: LAB 80 FILM (2017)

Data uscita: 2017-09-01

TRAILER
NOTE
- REALIZZATO CON IL SUPPORTO DI: OSTERREICHISCHES FILMINSTITUT, DANISH FILM INSTITUTE, ABTEILUNG KUNST UND KULTUR DES LANDES NO, DR; IN COLLABORAZIONE CON: ORF FILM/FERNSEH-ABKOMMEN.

- COLLABORAZIONE ARTISTICA: VERONIKA FRANZ.

- RICERCA & CASTING: ASTRID WOLFIG.

- FUORI CONCORSO ALLA 73. MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2016).
CRITICA
"Forse il film migliore mai fatto dall'autore di 'Canicola', che stavolta non sfrutta in modo un po' voyeuristico brutture e miserie dei suoi personaggi, ma elabora un discorso di grande rigore sulla violenza e la sua rappresentazione. (...) Tutto senza mai alzare la voce o fare la morale, ma lasciando parlare le immagini e i cacciatori. Con almeno una scena assolutamente memorabile, la lenta agonia della giraffa, tra le più strazianti rappresentazioni della morte (una morte tutt'altro che naturale) mai viste al cinema." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 4 settembre 2016)

"(...) una pratica filmica nella quale l'osservazione documentaria s'innesta in una dimensione di parziale (ri)creazione nella quale i protagonisti si offrono allo sguardo della macchina da presa apparentemente come inconsapevoli. Ed è proprio questo il punto, secondo i detrattori, nel quale la tenuta etica di Seidl sembra affievolirsi: usare i protagonisti contro le loro intenzioni e aspettative. In realtà il regista offre alla contemplazione dello spettatore non le immagini dei suoi protagonisti ma ciò che le immagini rivelano, ossia «l'idea» della dignità che questi hanno di se stessi. Non dirige la loro immagine, e anche quando sembra entrare maggiormente in contatto con loro non vi è mai un abuso autoritario ma solo un mero registrare l'idea della rappresentazione e dell'immagine che questi corpi hanno di sé. Nona caso nel macello dove i bianchi probabilmente non mettono mai piede lavorano gli africani smembrando gli animali uccisi e cibandosi poi dei loro resti. Immagini silenziose che rivelano i rapporti di forza in campo." (Giona A. Nazzaro, 'Il Manifesto', 30 agosto 2017)