Lo specchio della follia

The Mad Room

USA 1969
La giovane Ellen, segretaria di Gladys Warren, vedova di un generale e gelosa custode dei suoi cimeli che tiene in una stanza segreta, convince la donna ad ospitare i suoi due giovanissimi fratelli, Mandy e George. Colpita dalle stranezze dei due ragazzi e dalla loro irruzione nel sacrario del marito, la signora Warren costringe Ellen a rivelarle la verità sul loro conto: Mandy e George sono stati appena dimessi da un manicomio criminale, in cui si trovavano, perché imputati di aver massacrato i genitori. Impaurita, Gladys si mostra decisa a cacciarli, ma poche ore dopo viene trovata uccisa con il corpo fatto a pezzi. Ellen naturalmente sospetta dei fratelli che, per parte loro, si accusano reciprocamente del delitto ma, per quanto turbata, la giovane decide di proteggerli, facendo scomparire il corpo della vittima. A operazione compiuta Ellen vede pararsi davanti ai suoi occhi il cane di Galdys, con in mano un arto della poverretta: colta da una crisi isterica, si getta sull'animale, facendolo a pezzi. Sono stati veramente i suoi fratelli ad uccidere i loro genitori?
SCHEDA FILM

Regia: Bernard Girard

Attori: Stella Stevens - Ellen Hardy, Shelley Winters - Mrs. Armstromg, Skip Ward - Sam Allen, Carol Cole - Chris, Severn Darden - Nate, Beverly Garland - Signora Racine, Michael Burns - George, Barbara Sammeth - Mandy, Lloyd Haynes - Dr. Marion Kincaid, Jennifer Bishop - Ericson, Gloria Manon - Edna, Lou Kane - Armand Racine

Soggetto: Reginald Denham, Edward Percy

Sceneggiatura: Garrett Fort, Reginald Denham, Bernard Girard, A.Z. Martin Berkey

Fotografia: Harry Stradling Jr.

Musiche: Dave Grusin

Montaggio: Pat Somerset (II)

Scenografia: Sydney Z. Litwack

Costumi: Moss Mabry

Durata: 91

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: 35 MM, TECHNICOLOR

Tratto da: dramma teatrale "Ladies In Retirement" di Reginald Denham e Edward Percy

Produzione: NORMAN MAURER PER COLUMBIA PICTURES CORPORATION

Distribuzione: MAGNA

NOTE
- JENNIFER BISHOP E' ACCREDITATA COME JENIFER BISHOP.
CRITICA
"Una vicenda macabra, realizzata con una tecnica sempllice, ma efficace, che, scartato ogni intento di indagine psicologica, punta soprattutto sulla modesta sorpresa finale." (Segnalazioni Cinematografiche, vol. 68, 1970)