La ricostruzione

La reconstrucción

ARGENTINA 2013
Eduardo è un lavoratore irreprensibile, dal carattere ossessivo e misterioso. Uomo solitario, difficilmente si lascia andare alle emozioni e tutte le sue vicende personali sono rinchiuse in una camera. Tuttavia, quando un vecchio amico gli chiede di partire insieme, per aiutare lui e la sua famiglia, Eduardo avrà l'occasione di ripensare e riscoprire la sua umanità ricostruendo il suo passato, il suo presente e, forse, anche il proprio futuro...
SCHEDA FILM

Regia: Juan Taratuto

Attori: Diego Peretti - Eduardo, Claudia Fontán - Andrea, Alfredo Casero - Mario, María Casali - Ana, Eugenia Aguilar - Cata

Sceneggiatura: Juan Taratuto

Fotografia: Nico Hardy

Montaggio: Pablo Barbieri Carrera

Scenografia: Marlene Lievendag

Costumi: Roberta Pesci

Durata: 93

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: HD

Produzione: JUAN TARATUTO, CHRISTIAN CARDONER, MARIANO GOLD, MARIANO SUEZ, AXEL KUSCHEVATZKY PER CONCRETO FILMS

Distribuzione: ACADEMY TWO (2014)

Data uscita: 2014-07-10

TRAILER
NOTE
- SELEZIONATO ALLA 10. EDIZIONE DELLE 'GIORNATE DEGLI AUTORI' (VENEZIA 2013).
CRITICA
"La Patagonia come stato d'animo, il gelo come condizione interiore, la durezza di quella terra desolata come traduzione sensibile dell'esilio in cui vive, forse deliberatamente, il protagonista. Nella prima parte de 'La ricostruzione', il film argentino scoperto alle Giornate degli Autori l'anno scorso, tutto è aperto, carico di mistero. Che cosa consuma Eduardo, (...) da dove viene quella durezza, l'ostinata indifferenza con cui guarda al resto del mondo (...)? Torna in mente il furioso 'Locke', a cui formalmente 'La ricostruzione' non somiglia affatto, perché anche qui è di scena un rovello morale, una scelta estrema e forse auto-punitiva. E anche 'Locke', curiosa coincidenza, era un capocantiere, segnato dallo scrupolo e dalla precisione. Le analogie finiscono qui, 'La ricostruzione' non è così radicale nelle forme né così geniale negli sviluppi. Ma il sentimento che muove i due protagonisti ha qualcosa di simile. Anche qui, è evidente, ci sono colpe sepolte da riscattare con sofferenza e isolamento. Anche se per scoprirlo dovremo seguire Eduardo nella città di Ushuaia, sempre in Patagonia, accettare i silenzi e i modi bruschi con cui film e personaggio ci portano da un vecchio amico che sembra il suo opposto. (...) Non sempre imprevedibile negli sviluppi, ma teso, sensibile, cucito addosso a un pugno di attori perfetti, 'La ricostruzione' pedina l'invisibile catturando in una fitta ragnatela di gesti e silenzi i sentimenti, i timori, gli smottamenti interiori dei personaggi, con asciutto rigore e momenti bellissimi (il 'selfie' in ospedale, la scena della doccia). Solo in versione sottotitolata, una volta tanto. Evviva." (Fabio Ferzetti, 'Il messaggero', 17 luglio 2014)

"Presentato a Venezia alle Giornate degli Autori, 'La ricostruzione' di Juan Taratuto è un dramma dolente e bello. Forse non racconta cose nuove, però le mette in scena con un pudore ammirevole, trasmettendoti le emozioni senza mai cedere al ricatto sentimentale. Ambientato nell'inverno argentino (correlativo oggettivo del 'gelo' nel cuore del protagonista), benissimo fotografato, il film si distingue per la grande sobrietà drammaturgica, ma contiene alcune scene chiave tanto più efficaci perché intense e inaspettate. (...) Se l'argomento non è allegro, momenti come questi rendono 'La ricostruzione' un film non lugubre né depressivo, bensì emotivamente forte e, a suo modo, ottimistico: per il modo in cui perora la causa della vita contro la morte, la necessità di andare avanti superando anche le esperienze più dolorose. E qui s'impone una nota a parte per l'interpretazione di Diego Peretti, attore, scrittore e psichiatra argentino (visto da poco anche sui nostri schermi in 'The German Doctor') che ha partecipato come autore alla creazione del proprio personaggio. Per tratteggiare il tormentato Eduardo, Peretti trova una straordinaria concentrazione espressiva - fatta di gesti, espressioni, rapporti con lo spazio fisico in cui si aggira - rendendolo totalmente credibile sia nella fase 'bloccata' sia in quella della rigenerazione. È anche perciò che la scelta da parte di Academy Two di far uscire il film in edizione originale con sottotitoli pare opportuna. Sentire le (non molte, ma essenziali) parole di Eduardo pronunciate dalla voce di Peretti e nella sua lingua è un valore aggiunto tutt'altro che secondario del film." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 10 luglio 2014)

"Bellissimo film argentino di Juan Taratuto che pesca con misura in un mélo di provincia (...). Poche parole, immagini eloquenti e un concertato di attori, ciascuno malinconico a modo suo, in un tracciato di vita che rilancia l'imprevisto e mette a dura prova il volontariato psicologico di un tipo già in crisi. Racconto dedito ai mezzi toni che scava senza mai una banalità." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 10 luglio 2014)

"Nella sua solitudine lunare, i suoi immensi spazi, il suo clima impervio, lo scenario della Terra del Fuoco è ricco di suggestione; e viene da chiedersi quanto perderebbe un film come "La ricostruzione" dell'argentino Juan Taratuto se fosse ambientato in una cornice meno affascinante e meno forte. Perché se lo spettatore accetta di seguire per una buona mezz'ora iniziale i movimenti fra casa e cantiere di un uomo impenetrabile e trasandato (...) ebbene è solo perché il paesaggio intorno, così estremo, provvede a dare credibilità a quel personaggio estremo. Drammaturgicamente la situazione un poco si anima quando Edoardo raggiunge una località costiera (...) dove le contingenze (...) lo porteranno a elaborare i suoi tormenti e a rinascere alla vita. Il tutto è raccontato in maniera troppo ellittica ed esangue, ma la regia è pulita e Diego Peretti un valido interprete." (Alessandra Levantesi Kezich , 'La Stampa', 10 luglio 2014)

"Già ai Venice Days 2013, (...) 'La ricostruzione' dell'argentino Juan Taratuto riesce con poche parole e lunghe riprese, Patagonia d'incanto e l'orso Diego Peretti a celebrare sommessamente la seconda possibilità, quella che attende - si spera - ognuno di noi. Riuscirà il nostro antieroe a scrollarsi di dosso i propri demoni e riprendere a vivere? Guardate voi stessi, ne vale la pena: 'La ricostruzione' è acqua fresca nella siccità dell'offerta cinematografica estiva." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 10 luglio 2014)

"Esemplare dramma argentino, una storia toccante, dal ritmo lento, ma di una finezza psicologica rara. (...) Tra i telegrafici dialoghi sbucano una magnifica colonna sonora e un indimenticabile protagonista." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 10 luglio 2014)

"Piacerà a coloro che stanno prendendo interesse per il rinnovato cinema argentino. Poche settimane dopo 'The German Doctor' ecco un altro film da tre stellette che pur partendo da premesse poco incoraggianti finisce adagino pianino per coinvolgerti, tramutarti in un compagno di strada di Eduardo (grande performance di Peretti)." (Giorgio Carbone, 'Libero', 10 luglio 2014)