Il traditore tipo
Our Kind of Traitor

- Regia:
- Attori: - Perry Makepeace, - Dima, - Hector, - Gail Perkins, - Aubrey Longrigg, - Luke, - Billy Matlock, - Tamara, - Natasha, - Ollie, - Prince Nicolas Petrov, - Niki, - Pasha, - Emilio Del Oro, - Misha, - Andrei, - Olga, - Ryan
- Soggetto: John le Carré - (romanzo)
- Sceneggiatura: Hossein Amini
- Fotografia: Anthony Dod Mantle
- Musiche: Marcelo Zarvos
- Montaggio: Tariq Anwar, Lucia Zuchetti
- Scenografia: Sarah Greenwood
- Arredamento: Katie Spencer
- Costumi: Julian Day
- Effetti: One Of Us
- Colore: C
- Genere: THRILLER
- Specifiche tecniche: ARRI ALEXA XT PLUS/CANON EOS C500
- Tratto da: romanzo "Il nostro traditore tipo" di John le Carré (ed. Mondadori)
- Produzione: THE INK FACTORY, POTBOILER PRODUCTIONS
- Distribuzione: VIDEA (2016)
- Data uscita 5 Maggio 2016
TRAILER
RECENSIONE
Non tutti i Le Carré vengono col buco. Ovvero, per una Talpa (Tomas Alfredson, 2011) straordinariamente riuscita, tocca ciucciarsi potature cinematografiche mediocri, The Costant Gardener (Fernando Meirelles, 2005), o adattamenti irrisolti, A Most Wanted Man (Anton Corbjin, 2014): Il nostro traditore tipo ingrossa e vieppiù debilita le fila di quest’ultimi, complice un materiale di partenza, il libro del 2010, già non eccelso.
Sceneggiatura di Hossein Amini, regia di Susanna White, inquadra una coppia inglese, lui professore (Ewan McGregor) e lei avvocato (Naomie Harris), in vacanza a Marrakech: non è un idillio, il loro, ma l’imprevisto – un intrigo internazionale con mafia russa e servizi segreti britannici – cambierà le carte.
Se Damian Lewis, agente dell’MI6, non fa male, il padre padrone della scena è il mammasantissima del riciclaggio Stellan Skarsgård: al suo cospetto l’inerte e mal pettinato McGregor addirittura sparisce. Ma ad affossare Il traditore tipo è un riferimento interfilmico: vi chiederete, una coppia di turisti, Marrakech, spionaggio internazionale, dove l’avevamo già visto? L’uomo che sapeva troppo, regia di Alfred Hitchcock, anno di grazia 1956 (e 1934). Bei tempi andati.
CRITICA
"A trasporre per il cinema un bel libro (...) si rischia; e infatti il film di Susanna White disattende le aspettative. A essere in questione è la scelta, rafforzata dalla morbida patina fotografica, di levigare il racconto, annacquandone tensione e spessore amaro. Idealista suo malgrado, a dispetto dello sguardo disincantato che poggia sulla realtà de l marcio mondo globale dopo la caduta del muro, le Carrè ha sempre mostrato una propensione per gli eroi per caso come Perry (...). Ewan McGregor emana la dovuta innocenza, ma copione (di Hossein Amini) e regia non gli consentono di far vibrare altre note; mentre incarnando con densa fisicità Dima, è il solo Stellan Skarsgård a far scattare sullo schermo la molla di disillusa umanità che permea la pagina." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 5 maggio 2016)
"Un altro romanzo di John le Carré che finisce al cinema, in cifre come sempre molto plausibili e ben architettate in funzione delle tensioni che debbono suscitare nello sfondo dei riciclatori di denaro sporco per la mafia russa. (...) Un groviglio ben orchestrato perché le Carré sa il fatto suo e lo sa per lunga esperienza anche il suo sceneggiatore Hossein Amini (...). La regista Susanna White (...) ha curato l'ambientazione, spesso esotica e dato l'argomento e le Carré che lo aveva immaginato si è molto impegnata nei ritmi sempre molto tesi fatti abilmente scaturire da un seguito di situazioni particolarmente grammatiche. Le sostengono degli interpreti in grado di passare senza fratture dagli affanni dei drammi alle pause sentimentali o meglio soprattutto affettive (...). Il più espressivo, l'attore svedese Stellan Skarsgård nei panni del russo, affiancato però con modi verosimili e accenni giusti dagli inglesi Ewan McGregor e Naomie Harris, i due coniugi." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 5 maggio 2016)
"Una rilettura de 'L'uomo che sapeva troppo' di Hitchcock? No. Il decimo adattamento cinematografico per le Carré dal suo 22mo romanzo spy. Niente male l'idea della coppia borghese trascinata, e forse per questo salvata, dentro pedinamenti, interrogatori, mala russa e simpatici riciclatori amanti del tennis. (...) bella e vivace la strana coppia McGregor-Skarsgård . Somiglia a un'avventura della Highsmith? Sì, ma il tocco di le Carré si fa sentire quando il discorso si fa, da privato, geopolitico, e il tradimento potrebbe allargarsi a un governo inglese ormai succube del denaro russo. (...) La regista White, veterana di fiction tv, non è interessata troppo all'azione né alla tensione. Per lei è più importante filmare tre maschi vecchio stile (prof, faccendiere e spia britannica) che non vogliono più tradire. Almeno le loro famiglie." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 5 maggio 2016)
"Piacerà ai fan di John le Carré naturalmente. Che da quasi 60 anni seguono lo scrittore inglese (ex agente dell'MI6) convinti a ragione che John oltreché appassionante creatore di trame, sia rimasto aggiornatissimo, sappia dove e come s'è giostrato il gioco degli inganni negli anni seguiti alla fine della guerra della fredda. (...) come è stato messo in pellicola l'universo sempre più cupo di le Carré? Abbastanza efficacemente, anche se Susanna White non è all'altezza dei registi «lecarristi» del passato (Lumet, Ritt). Intendiamoci, la ragazza filma bene. L'inizio è fulminante, la conclusione non delude, e la tensione non cala mai durante i 147 minuti. Ma per fare Perry ci voleva un divo carismatico (il personaggio si ritrova sulle spalle tutta l'azione). E Ewan McGregor è e sarà sempre una patata bollita. Attore pulito certo, ma presenza quasi inerte quando non gli danno un grosso sparring partner. Nella prima parte glielo danno, il grande StelIan Skarsgård che fa Dima. Poi deve fare da solo. Ed è spesso un ectoplasma." (Giorgio Carbone, 'Libero', 5 maggio 2015)
"(...) il thriller non regala mai la giusta tensione, piuttosto prevedibile nei suoi snodi importanti." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 5 maggio 2016)