Il raggio verde

Le rayon vert

FRANCIA 1986
Delphine, una ragazza parigina, vorrebbe organizzare al meglio le sue vacanze estive dopo un anno di lavoro duro. Ma non ha idee anche perché la relazione con il suo compagno, ora lontano, si è spenta. Un'amica le offre di andare a Cherbourg, ma Delphine non si trova a suo agio nella casa della famiglia che la ospita, il soggiorno si rivela tedioso e così se ne torna a casa. Tenta allora la montagna ma, irrequieta e scontrosa com'è, si fa prendere dalla malinconia e fa subito le valigie. Un'altra amica le consiglia allora di andare a Biarritz, ma Delphine è, e si sente, sola su quella spiaggia tra gente allegra e disinibita. Né a lei può bastare la occasionale compagnia di una allegra bionda svedese, in vacanza anche lei, che le consiglia di prendere il mondo come viene. Sempre ispida e insoddisfatta e proprio mentre, quasi alla fine delle vacanze ormai sciupate, sta per prendere il treno per Parigi, la donna incontra alla stazione uno sconosciuto, un giovane simpatico e discreto che le sorride e le parla amichevolmente. Delphine si fa convincere a trascorrere gli ultimi due o tre giorni di vacanza in un paesino di pescatori a pochi chilometri. Delphine improvvisamente sorride, si apre al dialogo inatteso ed acconsente. Da alcuni anziani villeggianti sente parlare del fenomeno solare del raggio verde, rarissimo e splendido: si racconta che colui che ha la fortuna di vederlo, leggerà anche nel cuore e nei reali sentimenti di chi gli è vicino. Aggrappandosi a quest'ultima possibilità, Delphine, con accanto lo sconosciuto, riesce a cogliere al tramonto il lampo del raggio insolito. E trova finalmente la tranquillità e la gioia a cui anelava.
SCHEDA FILM

Regia: Eric Rohmer

Attori: Marie Rivière - Delphine, Vincent Gauthier - Jacques, Sylvie Richez - Sylvie (Parigi, Basile Gervaise - Il nonno a Parigi, Virginie Gervaise - Virginie (Parigi, René Hernandez - René (Parigi, Dominique Rivière - Dominique (Parigi, Claude Jullien - Claude (Parigi, Alaric Jullien - Alaric (Parigi, Laetitia Rivière - Laetitia (Parigi, Isabelle Rivière - Isabelle (Parigi, Béatrice Romand - Béatrice (Parigi, Irène Skobline - Irène (Parigi, Eric Hamm - Edouard (Cherbourg, Gérard Quéré - Gérard Q (Cherbourg, Brigitte Poulain - Brigitte (Cherbourg, Gérard Leleu - Gérard (Cherbourg, Liliane Leleu - Liliane (Cherbourg, Vanessa Leleu - Vanessa (Cherbourg, Huger Foote - Hugues (Cherbourg, Maria Couto-Palos - Donna a Biarritz, Isa Bonnet - Donna a Biarritz, Carita - Lena (Biarritz, Marc Vivas - Pierrot (Biarritz, Joel Comarlot - Joel (Biarritz, Rosette - Françoise (Biarritz, Amira Chemakhi - Donna a Parigi, Lisa Hérédia - Manuella, Michel Labourre - Uomo

Soggetto: Eric Rohmer

Sceneggiatura: Eric Rohmer, Marie Rivière - collaborazione

Fotografia: Sophie Maintigneux

Musiche: Jean-Louis Valéro

Montaggio: María Luisa García

Altri titoli:

Summer

The Green Ray

Comédies et Proverbes: Le rayon vert

Durata: 90

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Specifiche tecniche: NORMALE, 35 MM

Produzione: ERIC ROHMER, MARGARET MÉNÉGOZ PER LES FILMS DU LOSANGE

Distribuzione: ACADEMY FILMS - GENERAL VIDEO, SAN PAOLO AUDIOVISIVI, DE AGOSTINI, NUMBER ONE VIDEO

NOTE
- QUINTO EPISODIO DELLA SERIE "COMMEDIE E PROVERBI", IL FILM E' GIRATO IN PRESA DIRETTA E LA SCENEGGIATURA E' POCO PIU' DI UN CANOVACCIO SU CUI HANNO SPESSO IMPROVVISATO GLI INTERPRETI. IL TITOLO RIPRENDE QUELLO DI UN ROMANZO DI JULES VERNE.

- SECONDO ALCUNE FONTI MARIE RIVIERE HA COLLABORATO ALLA SCENEGGIATURA.

- IL FILM E' STATO PREMIATO CON IL LEONE D'ORO E IL CIAK D'ORO ALLA MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA (1986).
CRITICA
"Ritratto, cronaca e rendiconto sociologico compiuto inquadrando in una cornice di ferro il libero scorrere di dialoghi spesso improvvisati, il film sacrifica un po' troppo al cinema della chiacchiera, talvolta alla commedia da salotto, e lascia qua e là intravedere la tenuità delle trama, ma è un'altra azzeccata incursione nell'universo femminile. Pur senza darci grandi emozioni, con molta grazia e affettuosa ironia traccia una silhouette, e stende un diario di minimi eventi, che hanno il respiro silenzioso della vita qual è, ma in cui trema la nevrosi e l'anima duole. Il segreto di Rohmer sta nel governare la semplicità della rappresentazione, nel cogliere l'universale dietro la facciata dell'ovvio, nella pittura sfumata di un carattere che trae colore dal gesto e dall'ambiente. Ma sta anche nella scelta dell'interprete: qui una Marie Rivière che, identificandosi sino all'impercettibile con il suo personaggio, fa di Delphine un modello di guastafeste, la fotocopia perfetta di tante nostre care amiche." (Giovanni Grazzini, "Il Corriere della Sera", 2 ottobre 1986).

"Si dirà che non c'era bisogno di un film per arrivare a tale constatazione lapalissiana. Ma Rohmer vi arriva con gentilissima grazia e disarmante semplicità, sommando annotazioni ad annotazioni con una scrittura tanto minuta quanto limpida. E se il fatto che Delphine sia pressoché l'unico personaggio di rilievo del film rischia qua e là d'ingenerare nel racconto una certa monotonia, l'interprete Marie Rivière resta sempre di una spontaneità assolutamente deliziosa: la scontrosa e risentita figuretta che la regia le affida è mirabilmente alleggerita dalla sua capacità di recitare se stessa, talora anche improvvisando come vogliono le direttive estetiche rohmeriane e sempre dando il la al piccolo nugolo dei suoi compagni di strada." (Guglielmo Biraghi, "Il Messaggero", 28 settembre 1986).

"E' il film che ha vinto il Leone d'oro a Venezia tra molte polemiche, giacché una parte dei critici gli preferiva 'A mezzanotte circa' di Tavernier. Il presidente della giuria Robbe-Grillet, contrarissimo a dargli il premio, dichiarò dopo il verdetto: 'E' un'opera senza sorprese, troppo lineare, che potrei paragonare a una pianta o a un sasso'. Ma con tutto il rispetto per l'illustre autore-regista, io non sono affatto del suo parere: è invece un film molto elegante, di straordinaria naturalezza. [...] Il tema può apparire fragile, ma è sostenuto da una vigorosa regia in cui si specchia con autenticità un aspetto dell'esistenza, dove la realtà è descritta attraverso la sottile personalità della protagonista e con gli occhi e i pensieri di lei. S'intende che tutto grava su Marie Rivière, attrice di squisito talento, dal volto insolito e molto espressivo, che fu lanciata da Rohmer nel 1980 come interprete di 'La femme de l'aviateur'". ("Oggi", 15 ottobre 1986)