Il ladro

ITALIA 1939
Un giovane, nel recarsi a casa della fidanzata, si trova a bloccare un borsaiolo inseguito da alcuni passanti. Egli è incaricato di trattenere il ladro mentre gli altri vanno in cerca delle guardie. Ma dopo lunga attesa il giovane decide di accompagnare lui stesso il ladro in Questura. Dinnanzi al Commissario, però, egli ha un alterco con il suo prigioniero e finisce con lui in guardina. Intanto la fidanzata, preoccupata per il ritardo, corre alla ricerca del giovane e lo trova mentre, riuscito ad evadere per merito del borsaiolo, si allontana dal carcere. La ragazza, credendoli amici, li invita ambedue a pranzo. Nel bel mezzo del simposio, però, sopraggiunge lo zio della fidanzata che, avendo partecipato all'inseguimento del ladro nella mattinata, lo riconosce subito e vuole denunciarlo. Tutto però si sistema e il borsaiolo, pentito e commosso, restituisce agli invitati tutto ciò che aveva trafugato durante il pranzo.
SCHEDA FILM

Regia: Anton Germano Rossi, Raffaello Matarazzo - supervisione

Attori: Elio Steiner - Smith, Silvana Jachino - Nelly, Giovanni Grasso - Zio Gigio, Adele Garavaglia - La madre di Nelly, Lilia Dale Hand - Lia, Fausto Guerzoni - Tony Scalza, Adelmo Cocco - Il padre di Nelly, Dino Raffaelli - Bob, Mary Dumont - Susy, Alessandra Adari - Zia Lucy, Amalia Pellegrini - La vecchietta, Raffaele Balsamo

Soggetto: Anton Germano Rossi

Sceneggiatura: Anton Germano Rossi

Fotografia: Piero Pupilli

Musiche: Pier Giorgio Redi

Montaggio: Vincenzo Zampi, Ferdinando Maria Poggioli - assistente

Scenografia: Giovanni Sarazani

Durata: 58

Colore: B/N

Genere: COMMEDIA

Tratto da: novella omonima di Anton Germano Rossi

Produzione: LUIGI FELIZIANI PER LA FELIX FILM

Distribuzione: CINEF

NOTE
- GIRATO A CINECITTA'. SILVANA JACHINO E' DOPPIATA DA LIDIA SIMONESCHI E LILIA DALE DA ROSETTA CALAVETTA.
CRITICA
"Il film è uno dei primi riusciti tentativi di film umoristici italiani. "Il ladro" è un controfilm: Rossi, l'autore di quelle contronovelle che nacquero proprio su queste colonne, è partito da una trama paradossale e l'ha sviluppata con situazioni che sono per la prima volta al di fuori del tono delle nostra produzione". (Steno,
"Marc'Aurelio", del settembre 1939)..