Shirin Neshat

GHAZVIN (Iran), 26 marzo, 1957

Artista visiva e regista. Nata a Ghazvin, una piccola cittadina poco distante da Tehran, è una degli artisti iraniani più famosi al mondo. All'inizio della Rivoluzione islamica del 1979, a soli 17 anni, si trasferisce negli Stati Uniti per frequentare l'Università della California di Berkeley, dove comincia il suo percorso artistico come fotografa, avvicinandosi progressivamente al cinema e alla video-arte. Il suo ritorno in Iran al termine della rivoluzione fa da impulso per l'avvio della sua carriera di artista visiva, anche se, dal 1996, non le è più consentito di tornare nel suo paese natale, data la natura controversa della sua produzione artistica. Dopo aver conseguito la laurea a Berkeley, si trasferisce a New York, dove vive e lavora ancora oggi. Le opere dell'artista e regista iraniana spaziano tra tradizione e modernità. Tema centrale del suo lavoro è l'analisi persistente della complessità dell'esperienza femminile inserita nel contesto sociale islamico. Negli ultimi 15 anni ha infatti realizzato opere provocatorie nate dalla sua personale esperienza di "emigrante" e dalla considerazione dell'enorme divario politico e ideologico che crea la frattura tra Occidente e Medio Oriente. "Women of Allah" (1993-97), una serie di fotografie che ritraggono donne con il velo che abbracciano pistole, è l'opera che la rende nota al pubblico internazionale: le sue immagini riflettono il senso profondo dei diritti delle donne dopo la rivoluzione islamica. L'esordio alla regia avviene nel 1998, anno in cui comincia a cimentarsi in video istallazioni e cortometraggi, anche grazie all'incontro con la filmmaker iraniana Shoja Azari, con la quale inizierà una collaborazione che porterà alla realizzazione di opere importanti, come la trilogia - "Turbulent" (1998), "Rapture" (1999) e "Fervor" (2000) - sul ruolo dei generi nella mentalità e nella società islamica. "Turbulent" vince il Premio Internazionale alla 48. Biennale di Venezia nel 1999. Dieci anni dopo, il suo primo film drammatico "Donne senza uomini" si aggiudica il Leone d'Argento per la migliore regia alla 66. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia. Nel 2013, oltre a mettere in cantiere il suo secondo lungometraggio, un ritratto della celebre cantante e musicista egiziana Umm Kulthum, viene chiamata a far parte della giuria del concorso ufficiale della 63ma Berlinale.

Filmografia

2021 - Land of Dreams - RegiaSceneggiatura

2019 - Body of Truth - Attore - Se stessa

2017 - Looking for Oum Kulthum - RegiaSceneggiatura

2009 - Donne senza uomini - RegiaSceneggiatura

2000 - Fervor - Regia

1999 - Rapture - RegiaSceneggiatura

1998 - Turbulent - Regia