“Napule è mille colori”, cantava Pino Daniele. Lontani da Gomorra, i fratelli Vanzina hanno deciso di portare in sala una Napoli coloratissima e hanno voluto omaggiare il loro caro maestro Dino Risi, che girò nella città partenopea Operazione San Gennaro. Tutto ciò utilizzando un genere ben consolidato in passato nel nostro cinema, quello che racconta la preparazione e l'esecuzione di un “colpo grosso”, e sulla scia delle loro recenti commedie sull'argomento In questo mondo di ladri e Non si ruba in casa dei ladri, entrambe su un gruppo di poveracci che cercano di vendicare le ingiustizie subite.

Protagonisti i napoletani Vincenzo Salemme e Carlo Buccirosso, ma anche il romano Max Tortora.

Domenico (Salemme) è un attore teatrale senza successo, sposato con le tavole del palcoscenico si ritrova in cambio solo debiti. Sua cognata (Serena Rossi) ha un figlio malato di cuore e l'unico modo per salvarlo sarebbe un'operazione in America che costa 160mila euro.

Ovviamente nessuno dei due li ha. Decideranno allora di rubare uno dei gioielli della mitra di San Gennaro custodita insieme al famoso tesoro nella cripta della chiesa. La caccia si snoderà con vari colpi di scena da Napoli a Torino fino a Cannes in Costa Azzurra e sulla loro strada incontreranno poliziotti, camorristi, mercanti d'arte e ladri professionisti.

Tra pompe funebri che potrebbero sorgere accanto a Solarium con l'insegna “Più belli e più sani”, scenate napoletane, citazioni esplicite della zeppa usata da Nino Manfredi in Operazione San Gennaro per far saltare la corrente, ma anche rimandi al calcio e a Higuain detto "o' traditore" perché è passato dal Napoli alla Juventus: si ride, ma troppo poco.

Purtroppo infatti la leggerezza che dovrebbe essere tipica della commedia qui lascia il posto a battute forzate, interpretazioni troppo caricate, situazioni posticce e noiose. “La vita è come il teatro e, proprio come in teatro, le cose finte possono diventare vere”, dice sul finale uno dei protagonisti, peccato però che Caccia al tesoro risulti finta e poco vera.