“Abbiamo superato il comune senso del ridicolo: il film è nato da questa consapevolezza, parla dell’estinzione dei nonni e degli zii, che sono tutti a fare pilates”. Parola di Fausto Brizzi, che torna alla regia con Forever Young, scritto con Marco Martani ed Edoardo Falcone, prodotto da Wildside e distribuito in 450 copie da Medusa a partire dal 10 marzo.

Cast all star con Fabrizio Bentivoglio, Sabrina Ferilli, Stefano Fresi, Lorenza Indovina, Lillo, Luisa Ranieri, Teo Teocoli, Claudia Zanella, cui si aggiungono Nino Frassica, Riccardo Rossi e i giovanissimi Francesco Sole, Emanuel Caserio e Pilar Fogliati, il film inquadra nell’Italia attuale la disperata ricerca della giovinezza perduta: un 60enne avvocato che a fare il nonno – attende un nipotino complici Fresi e Zanella - non ci pensa proprio, tutti preso com’è dallo sport; un’estetista 49enne (Ferilli) che ha una storia con il figlio di una coetanea (Ranieri); un dj radiofonico (Lillo) che deve lasciare il passo a un colleghi giovanissimi; un imprenditore 50enne (Bentivoglio) che convive con un’universitaria ma tresca con una coetanea (Indovina).

“E’ importante capire il limite: più che voler essere giovani a  tutti i costi, bisogna voler stare bene”, dice Teocoli, sottolineando come “tenersi in forma non è una colpa: io ho 71 anni, ma vivo sempre come fossi tra i 20 e i 24….”, mentre Fresi aggiunge di sentirsi “Bene con i miei anni: nel film, interpreto la normalità”. Se dichiara di essere “favorevole alla rottamazione: abbiamo politici nonni e ricchi, stessero a casa”, Brizzi non guarda solo al palazzo, ma anche allo stadio, alla Roma: “Totti è un forever young, deve giocare sempre. Che vuol dire un Totti in tribuna? Non si può”.

“Cerco di essere giovane, ma poi ti arrivano certe tranvate”, scherza, ma non troppo, Lillo: “Bisogna rimanere giovani di testa, senza esagerare con l’aspetto fisico, ovvero accettandone il decadimento”.  Di Lillo e Frassica la sequenza clou di Forever Young, partorita con una buona dose di improvvisazione: “Improvvisazione? Io i copioni li leggo, ma li leggo dopo. Improvvisiamo – dice Frassica – perché non ci ricordiamo le battute: l’improvvisazione è una forma di impreparazione”.

Anche Bentivoglio stigmatizza “l’ostinazione a volersi sempre giovani: si trascende facilmente nel ridicolo, basti pensare ai 50enni con pinocchietti, sneakers e felpe con cappuccio” e, aggiunge l’Indovina, “spero che qualcuno vedendosi dipinto così si trovi ridicolo”. Ma la situazione parrebbe grave anche a 20 anni se è vero, come sostiene Pilar Fogliati, “che le 18enni ci rubano i 23enni…”.