A sentire le cronache sui migranti non si direbbe, ma Francia e Italia sono vicine e solidali. Almeno al cinema: “Non è una questione politica, i governi non c'entrano, in ballo c'è la libertà di espressione e la democrazia, nel segno del cinema”.
A parlare è il regista di Train de vie Radu Mihaileanu, oggi invitato a Roma da 100autori e Cinecittà Luce per riaprire il confronto sulle procedure di finanziamento con la tavola rotonda “Diamo stabilità al cinema: Il modello francese”. Perché la Francia, oltre a tax shelter  e crediti d'imposta, può contare sul volume di risorse finanziarie a favore di cinema, audiovisivo e multimediale più alto d'Europa.
Sul versante italiano Stefano Rulli, Andrea Purgatori e Maurizio Sciarra dei 100Autori e Luciano Sovena ad di Cinecittà Luce, Mihaileanu è intervenuto quale presidente di ARP (Société Civile Des Auteurs, Réalisateurs, Producteurs), con una parola d'ordine: “Italia e Francia sono amiche da sempre, ma l'unione fa la forza vale per tutti i paesi europei” e una destinazione d'uso: “Brussels, perché sempre più sarà la Commissione Europea a decidere sul cinema, dai finanziamenti nazionali e regionali allo sfruttamento dei film su Internet e il video on demand”.
Ma Mihaileanu non si fa troppe illusioni: “Non sarò ottimista finché i vostri registi, attori e produttori non avranno vinto, ottenendo la legge che meritano. D'altronde, le parole non contano nulla e in Italia forse neanche le leggi…”.
Non dovremo aspettare molto per ritrovarlo sui nostri Lidi: quasi sicuramente sarà la 68esima Mostra di Venezia a ospitare in anteprima il suo nuovo film, La source des femmes, interpretato dall'Hafsia Herzi di Cous cous, co-prodotto dall'italiana Indigo e incentrato sull'astinenza sessuale minacciata da un gruppo di donne maghrebine ai compagni sfaticati (leggi: sessisti). Attualmente la commedia drammatica è in postproduzione, ma Mihaileanu sorride e traccheggia: “Mi piacerebbe molto, ma dipende dal direttore (Muller, NdR) del festival…”. Appunto, sarà in Mostra.