TrailerEphèmère - La bellezza inevitabile
Perdendosi tra corridoi e incroci del labirinto più grande del mondo, gli spettatori percorrono simbolicamente e visivamente il sogno della vita di Franco Maria Ricci, l'editore d'arte, designer e collezionista eclettico che ha saputo sorprendere il mondo con le sue opere e influenzare il gusto di generazioni di bibliofili e amanti del bello. Nel documentario, i ricordi dello stesso protagonista, riportati in prima persona, raccontano, da un punto di vista evocativo e non didascalico, la storia di questo intellettuale visionario, un vero genio italiano, capace di dare il proprio contributo, originale e indelebile, nei diversi ambiti della cultura. Attraverso le sue collaborazioni e le profonde amicizie con alcuni dei personaggi più importanti del contesto internazionale, ha saputo unire in maniera inedita arte e letteratura, design e narrativa. Le parole di Franco Maria Ricci si alternano alle interviste ad alcuni di questi personaggi che hanno condiviso con lui parte del cammino personale e professionale - tra i quali il regista Bernardo Bertolucci, lo storico dell'arte Vittorio Sgarbi, gli editori Feltrinelli, Hoepli e Taschen e il direttore del Musée d'Orsay Guy Cogeval - e che presentano il protagonista come un sensibile estimatore e conoscitore della bellezza in tutte le sue forme, un uomo delle grandi scommesse, un cercatore, un sognatore tenace, un visionario ambizioso, un intellettuale raffinato, ma anche, semplicemente, un caro amico. Il senso del documentario, come pure della storia personale di Franco Maria Ricci, si sviluppa in un movimento segnato da ossimori, dicotomie e opposti: Parma e il Jet-set internazionale; l'eleganza classica del segno e la sua collezione d'arte, eclettica e aperta all'irrazionale; il fantastico e la ragione illuminista; l'artigianato, prezioso e popolare, e l'arte, aristocratica ed elitaria. Questi contrasti, mai presentati in forma totalmente esplicita, sono individuati non già come elementi superati da una sintesi, ma come segno e cifra della personalità complessa e poliedrica del protagonista, raccontata nei diversi "capitoli" che compongono il documentario: Bodoni, Borges, La grafica, Il nero e l'oro, FMR, Il collezionista e, infine, di nuovo Il labirinto. E proprio il labirinto, sogno borgesiano, metafora di tutta una vita e fil rouge visivo del documentario, è l'ultima opera monumentale che Ricci ha realizzato tra il 2004 e il 2015 nella sua Fontanellato, quando, come Greta Garbo, ha lasciato le scene all'apice della fama, e, come il principe di Ligne, si è dedicato alla cura di un giardino senza uguali.