Difficile ragionare su un prodotto commerciale che usufruisce della classica leggerezza con cui un americano medio riesce a mescolare candidamente Einstein, l'etica e la morale, le scazzottate e l'umorismo da action movie. Divertirsi sarebbe d'obbligo, ma se si mira in alto corrucciando la fronte su crucci filosofici che durano il tempo di un amen, alla fine il risultato non può che essere deludente. X-Men: Conflitto finale, l'apocalisse, il giorno del giudizio. La novella albo gigante da cui è tratto il film è l'atto conclusivo della saga, fumetto Marvel con più pagine rispetto alla norma, dove di nuovo c'è che una sinistra casa farmaceutica ha scoperto un rimedio per eliminare il gene che differenzia il mutante dagli esseri umani. Così la questione più volte ribadita è: usufruire della possibilità medico-sanitaria, tornare normali e vivere il quotidiano senza alucce o poter farsi roccia in un nano-secondo, oppure rimanere tali, con tutti gli inconvenienti del caso (emarginazione sociale e isolamento psicologico)? Insomma, controllare il superpotere o farsi controllare da esso? Magneto e Charles Xavier la pensano in maniera opposta e dietro di loro i relativi mutanti che hanno fatto una "scelta di campo". Solo lo scontro finale deciderà le sorti dei mutanti e del mondo intero. Ciò implica una proliferazione di personaggi (molti nuovi) e una parcellizzazione materiale delle sequenze che introducono nuove e vecchie conoscenze. Ma è l'appiattimento generale della drammaturgia a farla da padrone per un regista come Brett Ratner che qualcuno ricorda autore dell'improbabile Red Dragon (prequel de Il silenzio degli innocenti o remake di Manhunter): la fattura estetica è quella del cinema da teen-ager, la profondità d'analisi raggiunta in questa tanto sbandierata scelta etica la si rileva col righello, gli attori fanno a gara per sentirsi il più identico l'uno all'altro pigiando il pedale delle caratterizzazioni tagliate con l'accetta che producono un ridicolo effetto contrario (l'arrabbiato cronico - Wolwerine/Hugh Jackman - la bimba inquieta - Malicia/Anne Paquin -). Speriamo non nascano prequel o indecifrabili sequel: l'ispirazione per questa serie è davvero alla frutta.