Raccontare la diversità non soltanto attraverso gli occhi di chi la vive sulla propria pelle, ma esplorando anche le scelte e i traumi di chi si trova vicino a tale diversità.

Tratto dal libro di R.J. Palacio, Wonder mette in scena in maniera sensibile e arguta le vicissitudini della famiglia Pullman, il cui ultimo nato August è affetto da una deformazione genetica. Racconto morale di crescita e presa di coscienza, il film di Stephen Chbosky non diventa mai moralistico, tutt’altro.

La sensibilità e l’equilibrio della sceneggiatura permettono infatti allo spettatore di entrare in contatto con i problemi di ogni personaggio, trasformando la storia in un mosaico di ritratti umanissimi e sinceri. In un cast diretto con accuratezza tutti offrono il meglio delle proprie possibilità.

 

Più della solita passionale Julia Roberts, di un Owen Wilson misurato e commovente o del giovane protagonista Jacob Tremblay - già apprezzato in Room - vogliamo spendere parole d’elogio per la “sconosciuta” Izabela Vidovic, bravissima nel tratteggiare il mondo solitario della sorella di August, Via.

Wonder è cinema di buoni sentimenti con un chiaro intento educativo. E centra in pieno ogni suo obiettivo. Ad avercene di prodotti così ben orchestrati!