Un gruppo di operai tedeschi è al lavoro per costruire nuove infrastrutture in una zona della Bulgaria prossima al confine con la Grecia. Con il passare dei giorni, sono giocoforza chiamati al confronto con i cittadini del villaggio limitrofo.

Visti con diffidenza, separati dalla lingua e dai pregiudizi culturali, finiscono per scontrarsi anche tra di loro quando Meinhard (Neumann) riesce in qualche modo ad integrarsi con i locali. E la situazione potrebbe esplodere da un momento all'altro.

Opera seconda della tedesca Valeska Grisebach (Désir(s), 2006), Western - titolo che non ha bisogno di ulteriori spiegazioni - è un film tutto improntato sull'attesa.

 

Sorretto dalla figura cupa e silenziosa del suo protagonista, personaggio il cui passato emerge solo quando si racconta, tra un'incomprensione e l'altra, agli abitanti del villaggio bulgaro, il lavoro della regista non concede molto allo spettatore, soprattutto in termini di fluidità.

Ma è una cifra strutturale tutto sommato comprensibile, proprio per rimarcare la situazione - anche emotiva - in cui versano i vari personaggi del racconto. Un luogo che appare come sospeso nel tempo, dove il massimo che la vita offre è il sedersi intorno a un tavolino per bere e chiacchierare, popolato da un'umanità gretta e di poche pretese.

Procedendo così stancamente verso una "resa dei conti" che, di fatto, non ci sarà mai, Western (sì, c'è anche un cavallo bianco al centro della storia) riesce di tanto in tanto a sollevarsi dalle secche del nulla creando momenti di reale tensione, ma rimane un film che non sorprende mai, che traccia le basi per un "duello" la cui attesa rimane inespressa.