“Prima di Bob Dylan, nel Sud del mondo, c'era Violeta Parra, madre del folk latino-americano”. Parola di marketing, ma l'iperbole è meno iperbolica del solito: la poliedrica cilena Violeta Parra cantava, suonava, dipingeva da dea, e l'attrice Francisca Gavilán, diretta da Andrés Wood in Violeta Parra Went to Heaven, si sforza di non farle torto.
Ugola all'altezza, pathos da vendere, tocca a lei ribadire che “la creazione è un uccello senza piano di volo, che non volerà mai in linea retta”: 3mila canzoni in repertorio, il film già candidato cileno all'Oscar e premiato al Sundance fa venire voglia di riesumarle e metterle in cuffia. Può bastare? So and so: basato sull'omonimo libro di Ángel Parra, è un biopic sui generis, esplicito nelle corde vocali, ellittico e insieme pleonastico nella storia, “terra terra” nel racconto. Insomma, più che da vedere, un film da ascoltare: giudizio? Violeta in paradiso, il film al purgatorio.