Ancora oggi, grazie ai cartoni animati e ai libri della Walt Disney, che ne detiene gelosamente i diritti, Winnie the Pooh e i suoi amici sono, oltre che i beniamini di milioni di bambini, anche una inarrestabile macchina da soldi. Come quasi un secolo fa, quando Alan Alexander Milne pubblicò il primo libro di poesie che raccontava le avventure di suo figlio Christopher Robin e dei suoi amici giocattoli, diventati reali nella magica foresta di Ashdown. Un successo mondiale, e un evidentissimo caso di sfruttamento di minore, trasformato in testimonial di se stesso suo malgrado. Negli anni, il giovane Milne avrebbe preso le distanze dai libri, dalla sua infanzia e dalla famiglia, vivendo una perenne incompiutezza fino all'ultimo dei suoi giorni.

Vi presento Christopher Robin è un racconto sul lato oscuro della creatività, febbre per cui venderesti tuo figlio, nel senso commerciale del termine, per vedere apprezzate le tue idee. Salvo ricordarsi, troppo tardi, che soldi e successo non fanno la felicità.

Simon Curtis, regista con tre biografie su tre all'attivo, gestisce la questione con intelligenza, alternando al conflitto esistenziale di Milne le bucoliche e sognanti passeggiate tra padre e figlio nella campagna del Sussex. Le ottime interpretazioni di Domhnall Gleeson, Margot Robbie, davvero notevole nei panni della fredda madre di Christopher, e del piccolo Will Tilston fanno il resto. D'altronde sugli attori in erba Curtis ha fiuto, avendo scelto Daniel Radcliffe come David Copperfield nel suo esordio televisivo e di fatto lanciandolo verso Hogwarts.

Vi presento Christopher Robin è un film toccante e ben realizzato, lontano dalla composta vacuità di buona parte del cinema inglese contemporaneo, grazie soprattutto a una scrittura equilibrata che non cerca la lacrima facile, ma che al contrario fa riflettere su quanto la vita sia fatta di momenti resi preziosi dalla segretezza della memoria e da non condividere con il mondo. Un concetto che oggi rasenta la fantascienza.