C'è una bella luce ad incontrare il barcone di migranti che attraversano il Mar Egeo alla ricerca del paradiso. Ma l'Eden non esiste, tanto meno nell'Europa occidentale dei loro sogni. Costa-Gavras, da greco che era, queste cose le conosce, capisce e mette in campo attraverso un giovane alter ego venuto dal nulla e diretto a Parigi, la sua patria attuale. Il migrante Elias è un novello Candido con lo sguardo marino di Riccardo Scamarcio e per questo oggetto di desiderio sessuale per chiunque. Ma non basta la poesia dei silenzi del protagonista - pochissime le battute pronunciate in un francese elementare - per mettere sullo schermo una convincente odissea del clandestino di oggi. Il problema è ben altro e stupisce che un regista di capolavori come Z - L'orgia del potere, Missing o Music Box - Prova d'accusa non abbia voluto affrontarlo con la profondità che gli appartiene. Verso l'Eden appare infatti come il calvario agrodolce di Elias, che passa dalla protezione di una tedesca in cerca di avventure erotiche ad incontri più o meno (s)fortunati quanto improbabili in giro per l'Europa. La Ville Lumière diventa il suo destino su invito di un prestigiatore che opera al Lido. Ma la magia, si sa, non è amica degli ultimi, se non nelle fiabe.