Soave e vivace novantenne, Giuliano Montaldo è uno degli ultimi protagonisti dell’età dell’oro del cinema italiano. Un testimone generoso e disponibile, spesso chiamato per ricordare gli amici e i colleghi che non ci sono e più ma anche per raccontarsi attraverso la sua carriera, in un certo senso emblematica: da partigiano ad attore, poi regista di cinema passato ai kolossal televisivi, dunque “figura istituzionale” essendo stato Presidente di RaiCinema e dei David).

Lo ricordiamo erogatore di ricordi e riflessioni nel documentario Quattro volte vent’anni, tacendo della vasta pubblicistica a lui dedicata. Insomma, occorreva un’altra monografia? Sì, perché stavolta non si tratta di approfondire il percorso di un regista ma di raccontare la biografia un amore. Con Vera e Giuliano, Fabrizio Corallo (specialista del genere: suoi i brillanti doc Sono Gassman! Vittorio re della commedia e Siamo tutti Alberto Sordi?) racconta, infatti, la storia di un matrimonio: quello tra Montaldo e Vera Pescarolo, figlia della diva del muto Vera Vergani e sorella del produttore Leo.

Quasi sessant’anni di vita coniugale (e lavorativa) rievocati dai due anziani innamorati con gli interventi della figlia Elisabetta (frutto del primo matrimonio di Vera, che fu una delle prime divorziate d’Italia), premiata costumista, e del nipote Inti Carboni, stimato aiuto regista. Una scelta precisa che definisce il perimetro “familiare” di un racconto che si pone almeno due obiettivi.

Il primo, facile, è offrire un altro tassello dell’avventurosa storia del cinema italiano dal punto di vista di una coppia del tutto interna all’industria e all’ambiente culturale (e mondano): lui intellettuale di sinistra che fu uno dei più giovani partigiani italiani e divenne rispettabile e rispettato regista (il primo film su Salò, le intuizioni di Sacco e Vanzetti e Giordano Bruno, la scommessa di Marco Polo); lei rampolla di una famiglia di “cinematografari”, con una visione nitida e autonoma.

Il secondo obiettivo, infatti, è dare a Vera quel che è di Vera. Lo dichiara subito Montaldo: “Vera è la mia collaboratrice”. Vera e Giuliano restituisce alla signora un ruolo determinante nella carriera del marito: l’istinto di affrontare certe tematiche, l’acume nel dare opinioni e giudizi, la capacità di tenere insieme le persone dai divi alle maestranze. Il film ha il merito di illuminare la sua figura, mentre marito e moglie si stringono la mano confermando come il segreto della vita sia sposarsi per allegria.