La crisi di coppia con necessario e fondante corollario della malattia/morte/assenza del figlio sembra una topica per soggetti cinematografici da scaffale del supermercato. Oramai siamo arrivati alla variazione sul tema, alla minima deviazione delle traiettorie, alla modifica dei più piccoli particolari narrativi: La stanza del figlio assomiglia terribilmente al film in concorso Tout un hiver sans feu, che a sua volta può tranquillamente ricollegarsi a Les liens, sesto titolo della Settimana della Critica. Ovviamente non vogliamo peccare di riduttivismo, ma puntualizziamo la promiscuità a livello creativo di un numero sempre maggiore di soggettisti, quasi a fare, involontariamente a gara su chi sviluppa meglio il tema. Il film del francese Aymeric Mesa-Juan, 23 anni, laureato in filosofia, di professione clown dal 2000 al 2003, ha vita propria e azzecca un paio di idee di fondo, sviluppando un testo degno di interesse. In primo luogo la storia di questa famiglia, con un lui che ha l'amante e una lei più o meno consapevole e un figlio piccolo condannato a morire per una malattia incurabile assume un tono cupo, tetro e grigio fin dal primo fotogramma per non mollarlo più fin sui titoli di coda. In seconda istanza questo espediente formale della narrazione "à rebours", dietro il quale molti autori ben più balsonati di Mesa-Juan nascondono mostruose lacune di contenuto, diventa invece una necessaria e toccante possibilità di riannodare fili che hanno bisogno di essere compresi, ritornando alle origini con estrema lentezza. Infine il patto col diavolo che scatena la tragedia, che a sua volta riecheggia le vicende della mai inflazionata Medea, è una scappatoia morale che fa venire i brividi e suscita notevole stupore nel pubblico pagante. Descriviamo esteriormente il concetto senza entrare nei particolari perché Les liens va visto, senza che vi si sveli alcunché, e questo Mesa-Juan seguito con attenzione, non fosse altro per il fatto che è lui stesso per primo a mettersi in gioco, recitando (tutto sommato senza grandi guizzi e senza nemmeno grandi pecche) la parte affettuosa e triste del padre in primo piano per tre quarti di pellicola. Pare che Les liens sia il primo episodio di una trilogia che comprenderà i film Le vrai e La guerre.