Kim Ki-duk è una sorpresa ed un camaleonte. E' una sorpresa perché il suo ultimissimo film Ferro 3 - è il numero di uno dei ferri usati dai golfisti, qui strumento di piacere e di sofferenza -, girato e montato in tre mesi, è arrivato fortunatamente in concorso, "a sorpresa", risollevando la sorte di una competizione abbastanza grigia. Un camaleonte, perché, pur conservando sempre lo stile algido e perfezionista, che contraddistingue l'area cinematografica coreana, riesce ad essere provocatorio e spudorato (L'isola), oppure religioso e riflessivo (Primavera, estate, autunno, inverno... e ancora primavera). Ha una buona e affezionata coda di estimatori, ma chi non lo stima se si ama il cinema? Ferro 3 è un bellissimo, piccolo, calibrato film dove fa capolino, con intelligenza e senza spavalderie creative, il sogno, il mistero, l'irreale come parallelo ai nostri desideri, alla nostra quotidiana ricerca di felicità, incarnata da un sorriso, una carezza, un segno di attenzione, gesti capaci davvero di cambiare l'esistenza, determinare un destino diverso. Tae-suk gira la città cercando case dove temporaneamente stabilirsi, trovando quelle vuote e dove capita con un semplice stratagemma. Ha una cura maniacale del corpo e della pulizia, rispetta gli ambienti che illecitamente lo ospitano, ha una passione per la tavola, è estremamente ordinato, religiosamente attento al rispetto dei morti e della sacralità della vita, piange se infligge per disattenzione dolore e sofferenza, accetta disarmato quella che gli infliggono. Non lo sentiamo mai parlare, non commenta, nemmeno quando incontra Sun-hwa, una ragazza che soffre maltrattamenti casalinghi e decide di seguirlo nella vita errabonda. Si amano, si accarezzano, ciascuno dei due sente il dolore e la solitudine dell'altro. Incappano in una denuncia, si separano, lui finisce nella prigione dello stato, lei ritorna in quella del marito violento. Ma lui ritorna, lei lo accoglie con complicità. E solo alla fine lo sguardo inquietante e furbetto di lui si appoggia su quello dolce e sorridente di lei. Ma sono nella stessa dimensione?