Affetto da una rara anomalia genetica, Henry (Eric Bana) è costretto suo malgrado a viaggiare avanti e indietro nel tempo, materializzandosi e smaterializzandosi senza alcun preavviso. Non riesce a cambiare il corso di eventi tragici (la morte della madre), ma durante questi “spostamenti” ha trovato l'amore della vita, Clare (Rachel McAdams), che già da bambina lo aspetta ogni giorno nel prato della tenuta di famiglia. Tratto dal bestseller di Audrey Niffenegger (La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo, ed. Mondadori), Un amore all'improvviso - questo l'infelice titolo italiano del film - avrebbe dalla sua potenzialità dirompenti che proprio il mezzo cinematografico, per sua natura, potrebbe e dovrebbe esaltare: peccato però che, sin da subito, le apparizioni e le sparizioni di Bana finiscano paradossalmente per rendere statica l'intera narrazione, alla fine nulla più che un collage di momenti amorosi, dolorosi, drammatici o divertenti. L'assunto di fondo - "un amore che continua a vivere nonostante il tempo e le forzate assenze" - è chiaro dopo cinque minuti e ribadito a scadenze più o meno regolari, così come l'impossibilità da parte di Robert Schwentke (alla seconda regia USA dopo Flightplan) di dirigere un film che regali nient'altro, se non meno, di ciò che promette.