Anno 2020. In una Torino alternativa e notturna, divenuta per l’occasione Taurus City, il militare Ulysses vaga alla ricerca della moglie Penelope e dei segreti nascosti nel proprio passato, ma la sorte ha in serbo per lui una lunga serie di incontri inquietanti e pericolosi.

Il regista Federico Alotto e Andrea Zirio (Ulysses), entrambi co-sceneggiatori, tentano una riscrittura dell’Odissea omerica seguendo i percorsi tortuosi della distopia, del noir à la Sin City e dell’attualizzazione, spesso forzata, di archetipi mitologici come l’amicizia virile, l’ambiguità sessuale e la divinazione.

Non tutto torna, però, dall’ambientazione parallela - con una Torino fin troppo simile a se stessa per essere davvero credibile come realtà alternativa - al sovraccarico di situazioni e di personaggi che rende lambiccato l’intreccio narrativo.

Spiccano poi, nel nutrito cast, vecchie glorie cinematografiche come Danny Glover, Udo Kier - garanzia di una somma eleganza! - e la cantante Skin nel ruolo dell’oracolo; il mélange di stelle internazionali e attori italiani, infine, così come l’ambizione generale dell’opera di ritagliarsi un posto trans-genere nel cinema di genere italiano, possono ricordare Nirvana, cult cyberpunk degli anni novanta, ma senza quella folle esaltazione che la pellicola di Gabriele Salvatores sprigionava a piene mani.