Volle, sempre volle, fortissimamente volle prima essere una donna, poi un omosessuale, corrispondendo alle altrui aspettative, ma chi è davvero Guillaume? Risponde Guillaume stesso, ovvero Guillaume Gallienne, attore (due ruoli, pure la madre), sceneggiatore e regista di Tutto sua madre, titolo nostrano del pluripremiato francese Les Garçons et Guillaume, à table!.
Divertissement su identità e inclinazioni sessuali? Non solo. Autobiografia mascherata d'artista? Non proprio. Commedia tinta di tragedia? Non tanto. Discorso di genere? No. Tutto sua madre è un travolgente ribaltamento di parole, opere e omissioni, dismissione di maschere goffmaniane accarezzate e lungamente indossate e, infine, elogio della libertà, contro il conformismo, anche quello al contrario del “gay è bello”, se non “gay è meglio”.
Non politically correct con i tempi che corrono, ma esistenzialmente – e vitalmente – ineccepibile, con una sceneggiatura di derivazione teatrale che non ne sbaglia una, e frulla Wes Anderson e Ferreri, nonché Almodovar e tanti altri con il sorriso sulle labbra, la mente e il cuore. Applausi, e tanti, per Galienne, attore metamorfico, spirito libero e confessore confesso: una tavola imbandita di verità.