Quando diciamo che i francesi lo fanno meglio di noi (il cinema), sottintendiamo essenzialmente tre fatti: scrivono, recitano e dirigono meglio. Noi abbiamo ancora un'istintiva genialità che ci porta, talvolta, a tirare fuori dal cilindro un meraviglioso coniglio. Il coniglio che dal cilindro tirano fuori loro invece è un coniglio standard. Però il trucco, a differenza nostra, gli riesce sempre.

I francesi insomma hanno imparato a fare quello che noi abbiamo disimparato, il cinema ad orologeria. Un cinema che è parte integrante di un sistema produttivo e linguistico collaudato. Un cinema che è meccanica, matematica, codificazione e paradigma. Un cinema che è scuola.

Per la sua particolare propensione all'utilizzo di formule e cliché, la commedia è probabilmente l'esempio più lampante degli automatismi raggiunti dal modello francese. E anche il genere con le maggiori possibilità di migrazione semiotica. Sceneggiature che spesso provengono dalla letteratura o dal teatro, come quella di Tutti pazzi in casa mia, già pièce di enorme successo in patria con il titolo Une heure de tranquillitè, scritta dal giovane Florian Zeller.

Ecco un'altra cosa che dovremmo imparare dai cugini: una maggiore sinergia con il teatro. Pure se si tratta di operazioni senz'altra pretesa se non quella di un paio d'ore in allegria (coi tempi che corrono, persino un proposito nobile).

Rispetto all'originale teatrale qui non c'è Fabrice Luchini, ma al suo posto Christian Clavier fa di tutto per limitare i danni. E poi al timone un certo Patrice Leconte sa il fatto suo. La regia conserva un pesante impianto teatrale? Può darsi, ma le battute, gli ingressi in scena, il modo in cui si combinano e si incasinano le cose, tutto questo è anche cinematograficamente magistrale, calcolatamente anarchico.

L'invettiva contro la borghesia istupidita e ipocrita è vecchiotta? Forse, ma allora perché la risata è così spontanea e verace?  E che dire dell'alchimia tra gli attori (c'è anche una compassatissima Carole Bouquet), del menefreghismo politicamente scorretto, della capacità di mettere in scena l'intreccio più scontato al mondo senza mai essere banali?

La lezione è tutta qui: non bisogna necessariamente fare nulla di nuovo. Basta solo farlo meglio.