Francia, oggi. La vita di Mathilde, sebbene lei abbia soltanto dieci anni, non è delle più semplici; la piccola deve infatti badare a una madre psicologicamente fragile ma verso la quale, nonostante tutto, prova un profondo affetto. Il padre (Mathieu Amalric) vive altrove. Un giorno, Mathilde entra in possesso di una civetta in grado di parlare che, pian piano, diventa il suo consigliere e la sua guida.  Tuttavia, la perdita del senso della realtà da parte della madre si acuisce sempre più e, in questo modo, anche la possibilità di una separazione che Mathilde vuole evitare a ogni costo.

Tomorrow&thereafter (titolo originale Demain et tous les autres jours) è diretto da Noémie Lvovsky, che interpreta anche il ruolo della madre di Mathilde, e ha il coraggio di affrontare il delicato tema del confronto tra l’affetto infantile e l’incombente demenza genitoriale.

Non tutto è a fuoco: il contesto sociale in cui si muovono i personaggi è appena sbozzato, mentre il ritmo langue per buona parte del metraggio, colpa di una sceneggiatura che non brilla per l’originalità delle situazioni proposte e per la convenzionalità dei dialoghi. Decisamente più riusciti il finale e le pur poche sequenze oniriche, nelle quali ci si scrolla di dosso l’impressione del buon compitino a metà strada fra il cinema e le movenze da film per la tivù.

Ad Alice nella Città, in Concorso.