L'agente dei servizi segreti Pete Garrison ne ha fatta di carriera. Dopo essersi beccato un po' di pallottole destinate al presidente Ronald Reagan, vent'anni più tardi è capo della sorveglianza della First Lady. O, meglio, la sua guardia del corpo, a marcatura stretta: lo studio "orale" non è solo prerogativa maschile di clintoniana memoria, qui è la prima donna Kim Basinger a tradire il marito, che non può competere con un Michael Douglas in gran spolvero. Fin qui i vizi privati, ma le pubbliche virtù non mancano: Garrison e compagni sono completamente votati alla sicurezza di presidente e consorte. Controlli minuziosi, registrazioni video pervasive, pianificazioni puntigliose, perlustrazioni approfondite, bonifiche capillari: tutto perfetto, ma il problema è atavico, chi controlla i controllori? Una mela marcia si nasconde tra gli agenti e, verremo a sapere, da più di vent'anni lavora per il KGB, anche se nel frattempo l'organizzazione spionistica è andata in pensione con l'URSS… A imbruttire le acque il malanimo tra Garrison e il collega David Beckenridge (Kiefer Sutherland), grandi amici messi ko dalla presunta tresca tra Pete e la - ormai ex - moglie di David, mentre il sereno ha il volto di Eva Longoria, matricola ai servizi di David per esplicito consiglio dell'istruttore Pete. Insieme, ovvero individualmente, toccherà a loro scoprire di chi è la mano che trama nell'ombra, sperando che in manette non finisca un innocente, per esempio Pete.  Film triangolare in varie ed eventuali accezioni, The Sentinel è scritto dallo sceneggiatore di Ocean's Twelve George Nolfi e diretto da Clark Johnson - anche interprete - alla seconda regia cinematografica dopo S.W.A.T.. Scelto per aprire il Taormina Film Festival, The Sentinel è ben girato ma non è bello, ha spunti interessanti ma una sceneggiatura in libera uscita, dei particolari innovativi su uno sfondo vetusto, attori in forma per ruoli imbolsiti. In breve, delude, ma con un certo stile. Stile politico, quando con toni blasfemi nell'America post-11 settembre rivela, anzi suggerisce e basta (sic!), che il Male è interno e non outta there, ovvero esotico, ovvero mediorientale; quando mostra un presidente a cui basterebbe negare il dono della parola per retrocederlo compiutamente nel regno animale, dalle parti dei cani o giù di lì; quando, infine, rileva come a Echelon non sfuggano nemmeno i suoi propugnatori. Altolà, chi va là?