Dei romanzi europei contemporanei, La cena di Herman Koch è uno dei più rappresentati. The Dinner di Oren Moverman è la 3° versione cinematografica (dopo quella olandese e quella italiana di Ivano De Matteo, I nostri ragazzi) e arriva in concorso al festival di Berlino anche in virtù di un ricco cast capitanato da Richard Gere: ma anche perché è il più interessante dei film finora visti alla Berlinale.

La trama vede due fratelli (uno candidato alla carica di governatore, l’altro insegnante instabile) e le loro mogli radunati per una cena importante: si deve discutere di un evento drammatico che può cambiare la loro vita e quella dei loro figli. Quale sia questo evento e quali siano le dinamiche familiari in gioco la sceneggiatura (dello stesso regista) lo rivela attraverso flashback che si incastrano gli uni agli altri rendendo The Dinner un dramma familiare, sociologico e psicologico di una certa complessità, soprattutto grazie al lavoro di Moverman.

Il regista infatti, partendo da un bersaglio satirico un po’ facile come l’alta borghesia, la politica, i ristoranti di lusso e la loro retorica (il filo conduttore è quello di un maitre che presenta in modo molto affettato le portate), decide di lavorare più che sul racconto e sul dialogo - ferrei perché fedeli al romanzo - sull’immagine, sulla materia audiovisiva che compone il film, sui colori, le alterazioni e i diversi filtri, sul sound design rigoroso fatto di parole che s’intrecciano e suoni che interrompono il flusso, sulle inquadrature e i tempi spiazzanti (come l’uso ripetuto dello zoom che ridefinisce di continuo lo spazio dei personaggi).

Con un approccio quasi altmaniano, Moverman riesce a rendere in senso estetico il disagio e il malessere dei personaggi, avvicinandosi in modo intelligente agli eccessi, sia di stile che di racconto e anche se non mancano i fronzoli e le slabbrature, i passaggi a vuoto, il regista li usa per scavare nello spettatore, per lasciarlo dubbioso, per permettere al film di diventare realmente un discorso morale proprio evitando di imporre il proprio punto di vista. Moverman - più accredito come sceneggiatore che come regista - continua a comporre una propria poetica: di questa, The Dinner è uno dei risultati migliori.