Buckley, una satira spumeggiante e simpatetica su lobbies, politically correct e retorica all'epoca di George W. Bush. Protagonista è Aaron Eckhart, che presta volto wasp e fascino da anchorman a Nick Naylor, portavoce della Big Tobacco, il cartello dei fabbricanti di sigarette. Un'interpretazione, quella di Eckhart, persino superiore al magistrale ritratto di Chad nell'esordio Nella società degli uomini, che crea ottime aspettative per il ruolo di Lee Blanchard ne La Dalia Nera di prossima uscita. Qui il suo Naylor non ha vita facile: difendere i diritti dei produttori di sigarette nella puritana cultura Usa. Ma Naylor è un mago delle relazioni pubbliche: nei talkshow televisivi non conosce avversari, si assicura la protezione del magnate della Big Tobacco (Robert Duvall), affina le strategie di marketing, rintuzza gli attacchi di un senatore proibizionista (Willaim H. Macy, fuori parte) e assolda un super-agente hollywoodiano (Rob Lowe) per promuovere il fumo nei film, dove oggi le bionde sono prerogativa di "psicopatici ed europei". Se sotto i riflettori la fortuna gli arride, il privato non è entusiasmante: divorziato da Jill, cerca di stabilire un rapporto con il figlio Joey (Cameron Bright, già protagonista di Birth - Io sono Sean), trasmettendogli un po' della sua saggezza dialettica. "Il bello di una discussione è che se discuti correttamente non avrai mai torto" recita il suo imperativo morale, condiviso con gli altri due MDM - Mercanti Di Morte: Polly (Maria Bello), portavoce dell'industria degli alcolici, e Bobby Jay (David Koechner), pr della lobby dei produttori di armi. Caduta e redenzione deriveranno dalla commistione tra privato e pubblico. La prima sarà catalizzata da una giornalista - che si vorrebbe spregiudicata, ma Katie Holmes è atona - che carpisce segreti in camera da letto e mette in pagina, mentre la "sanatoria" finale – non buonista, ma sicuramente accomodante - si deve all'influenza di Joey, ovvero a necessità educative. Virata che risistema sul piedistallo valori mandati in fumo e lungamente aspirati da Naylor e accoliti. Pazienza se nuoce gravemente alla salute, negli States neo-con i divieti anti-tabagisti derivano dalla più generale limitazione delle libertà individuali. In Thank You for Smoking in realtà non si fuma: e noi, la accendiamo?