Niente sesso siamo inglesi? “Macché, Tamara Drewe è così sexy!”. Parola di Stephen Frears, e c'è da credergli. Reduce dal fuori concorso di Cannes 63, porta in sala questi Tradimenti all'inglese (sottotitolo nostrano), dark-comedy bucolica tratta dal romanzo a fumetti omonimo di Posy Simmonds (edito in Italia da Nottetempo), a sua volta ispirato a Via dalla pazza folla di Thomas Hardy.
Protagonista è Gemma Arterton (già Bond girl di Quantum of Solace e prossima Gretel), alias Tamara Drewe, che torna nel paesino natale del Dorset per vendere la casa di famiglia: non è più l'adolescente sgraziata di un tempo, ma, complice una rinoplastica, si è trasformata in femme fatale, giornalista di successo e aspirante romanziera, a cui piedi cadranno l'affermato giallista Nicholas Ardiment (Roger Allam), il suo ex ragazzo di campagna Andy Cobb, ovvero Luke Evans, e il rocker Ben Sergeant (Dominic Cooper). Insomma, la domanda è un sola - riuscirà Tamara a scegliere l'uomo della sua vita? - ma le risposte di Frears sono molteplici, e quasi tutte all'altezza: borghesia, se non alla gogna, motteggiata, solida direzione d'attori (la Arterton è bella e balla, ovvero recita; Allam è cult) e gusto nel cambio di registri, dal sentimentale al grottesco fino al western (la carica delle mucche!), su una sottile linea sexy.
Se i sottotesti non mancano - la borghesia e la cosiddetta intellighenzia si prendono qualche schiaffo troppo a lungo negato dal cinema british - Tamara Drewe comunque non cede mai all'obiettivo principe: divertire, saltando da un letto all'altro e lasciando spazio alla vis ironica degli interpreti e della regia stessa. Se Oltremanica, dicunt, Italians do it better, in tempo di risate festive grasse e smodate, Frears rigira la frittata: gli inglesi ridono meglio.