Forse aveva ragione John Steinbeck quando, fresco del suo capolavoro Furore, diceva che: “Le persone non fanno i viaggi, ma sono i viaggi che fanno le persone”. E sull’on the road per eccellenza si era anche pronunciato Jack Kerouac, mettendo da parte la meta e concentrandosi sull’asfalto, sul movimento, Sulla strada, come intitolò uno dei più importanti romanzi di sempre. Tornando a Steinbeck, il regista Gabriele Vacis sembra aver sposato quella tesi.

Il suo documentario Sul sentiero blu testimonia il cammino di un gruppo di ragazzi autistici, che in nove giorni hanno percorso duecento chilometri lungo la Via Francigena. Destinazione: Roma, Piazza San Pietro, l’incontro col Papa. Il valore spirituale del “pellegrinaggio” è lampante, ma per quei giovani si tratta di una svolta. Imparano a stare insieme, maturano nella foresta, costruiscono una parabola che li arricchisce.

 

Vacis li segue con toni premurosi. Si sofferma sui primi piani, raccoglie le aspettative, i dubbi, la loro visione del mondo, senza mai dimenticare l’ironia. È una ricerca di sé, come era stato, nel cinema di finzione, anche Hasta la vista di Geoffrey Enthoven. In quel caso il viaggio di alcuni adolescenti diversamente abili era focalizzato sullo sperimentare, sulla sessualità.

In Sul sentiero blu l’obiettivo è catturare gli sguardi dei protagonisti, coglierne i mutamenti, fotografare l’incedere della loro impresa. Si fortifica il senso di famiglia, di appartenenza al gruppo. Più volte viene citato “il grande cerchio della vita”, e si fa riferimento a Il Re Leone, per sottolineare il rapporto tra l’uomo e la natura che li circonda.

Tra le sequenze più emozionanti, c’è quella in cui tutti sono riuniti attorno al fuoco di notte. Leggono i loro desideri, le speranze, per poi gettare i bigliettini tra le fiamme. Sembra l’altra faccia della serie The Last Dance quando, alla fine, i nomi dei mitici Chicago Bulls venivano bruciati. Non sarebbe esistita mai più un’altra squadra così, con Michael Jordan in testa.

Dal crepuscolo all’alba, i protagonisti di Sul sentiero blu sono come la fenice: dalle ceneri di quei pezzi di carta trovano una rinnovata vitalità, una forza ancora più solida. In fondo sono loro Il più grande spettacolo dopo il Big Bang, che cantano la hit di Jovanotti e si sentono speciali. La loro unicità incontra l’affetto dello spettatore, la suggestione di una fiaba reale che riesce a far ritrovare il sorriso. Il film sarà nelle sale il 28 febbraio e l’1 e il 2 marzo distribuito da Wanted Cinema.