Taciturno e riservato, il nano Fin McBride (Peter Dinklage) eredita una vecchia e fatiscente stazione ferroviaria, ormai abbandonata, nelle campagne del New Jersey. Appassionato di treni, Fin ama trascorrere le sue giornate leggendo libri e passeggiando sui binari. La diffidenza verso il prossimo non riuscirà comunque ad impedirgli di stringere due importanti amicizie: il logorroico proprietario di un chiosco (Bobby Cannavale) e una pittrice tormentata (Patricia Clarkson) entreranno prepotentemente nella sua vita, affascinati dal suo silenzioso carisma. Scritto e diretto dall'esordiente Tom McCarthy (già attore in una decina di pellicole), e realizzato in venti giorni nel 2003, questo The Station Agent aveva illuminato le serate in piazza della scorsa Mostra di Pesaro. Commedia agrodolce che, intrisa di un umorismo sempre oscillante fra il grottesco e la sottile ironia, diventa insolito apologo sull'amicizia fra anime solitarie. Brillante e divertente nella prima metà, profondo e vagamente malinconico nello sviluppo, il lavoro di McCarthy - sorretto da un "grandissimo" Peter Dinklage - convince proprio per la naturalezza con cui viene portato avanti il racconto: la diversità manifesta del protagonista, strada facendo, lascerà spazio alle ben più evidenti differenze che caratterizzano lo stato d'animo dei personaggi, tratteggiati senza invadenza, ma con decisione (come nel caso della graziosa bibliotecaria interpretata da Michelle Williams, vista recentemente nel Land of Plenty di Wenders), dalla mano del regista. L'equilibrio fra strenuo isolamento e impossibilità a non stringere legami diviene il fulcro narrativo della pellicola, delicatamente adagiata sui traballanti binari della vita: lo sguardo sui treni, la loro storia e l'ingenuità della buffa Cleo (Raven Goodwin) che, provando timidamente a far conoscenza, irrompe fanciullescamente nella scena chiedendo a Fin "... che classe fai?".